ROMA-BRAGA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego Angelino – Le prove convincenti – di atteggiamento ancor prima che di risultato – si susseguono: la strada è lunga ma la via è quella giusta.
La serata perfetta, per un allenatore: vittoria con alternative e riserve; capitano riproposto e rilanciato; oggetti finora misteriosi che danno segnali di essere invece calciatori utili alla causa.
Il Braga gioca corto e alto ma è solo apparenza: un tiro di Moutinho senza pretese, nelle prime battute, poi è solo Roma.
C’è il Professor Hummels, in difesa: quasi annoiato dalle chiusure puntuali su El Ouazzani, si propone in fase di appoggio, non dopo aver lanciato di esterno i compagni.
Pisilli conferma il suo ottimo momento; Koné ormai straripa: si aggrappano al francese e lui non solo se li scrolla di dosso ma riesce a essere lucido nel passaggio fino all’ultimo.
Pellegrini e Zalewski, da tempo tra i più contestati, trovano la miglior prestazione da mesi a questa parte.
Il capitano romanista va ad abbracciare Ranieri dopo il goal, in quello che è un passaggio importante di una storia di cui ancora non conosciamo bene il futuro.
A destra c’è Saud: anche se da domani non dovesse più giocare, potremo dire che in fase offensiva ha dato più lui in una partita e mezzo che altri in varie stagioni.
Ancora difensivamente ingenuo – resta a protestare mentre gli avversari battono veloce un fallo laterale – in attacco si toglie di dosso la timidezza e diventa un fattore: goal bello e importante, il suo.
Chi non riesce a segnare, sbaglia sempre la scelta e non capisce ancora il contesto, è Soulé.
Siamo a dicembre inoltrato, al terzo allenatore della stagione e con nessuno è riuscito a dare veramente qualcosa.
C’è gloria anche per Hermoso, che deve finalmente diventare utile – per età e pregressi – nel giro delle rotazioni difensive.
Tre punti per il playoff ma la classifica è corta: è d’obbligo provare fino all’ultimo ad andare direttamente agli ottavi.