STORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

VERONA-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego Angelino – Peggio di squadra, risultati e arbitri c’è solo questo sottile equilibrio tra l’immobilismo societario e le varie ipotesi “esotiche” per il futuro della panchina, quando si dovrebbe solo velocemente andare su due allenatori italiani.

Claudio Ranieri e Massimiliano Allegri: tutto il resto avrebbe poco senso o si tratterebbe di un assoluto salto nel buio, iniziando davvero a giocare con un fuoco che già preoccupa.

Verona, già: sei sconfitte nelle ultime sette e dobbiamo sentir parlare di bella prestazione. Inaccettabile quasi come il fossilizzarsi su Zalewski in campo, con questa difesa a tre che vede uno fuori ruolo e uno adattato.

Ha detto giustamente qualcuno: prendiamo i goal di Zeman senza giocare minimamente come le squadre del boemo.

Metà campo vuote concesse a tutti: chiunque si alzi la mattina e affronti la Roma sa che avrà delle praterie dove poter scorrazzare e diventare eroe per un giorno, aggiungendosi ai vari Tita, El Kabir, Pisano, Cirillo e compagnia bella.

Nella logica di Juric, ci sta che Hummels continui a conoscere solo le righe laterali di tutti gli stadi d’Italia: se gli chiedi di coprire di rincorsa 50 metri di campo libero, lo esponi a brutte figure anche peggiori di quelle che stanno facendo gli altri difensori.

Vogliamo parlare dei cambi? El Shaarawy non sta ancora in piedi; Cristante è in assoluta difficoltà; Paredes gioca in infradito: il cross che tenta d’esterno – con Angelino libero di metterla – è un bel manifesto della prestazione da spiaggia del centrocampista argentino. Come è possibile averli messi in campo con Pisilli spettatore.

Pellegrini fa 90′: avversario in difficoltà, Roma un minimo più pericolosa del solito in attacco e neanche con queste circostanze potenzialmente favorevoli ha cavato un ragno dal buco. Siamo, purtroppo, oltre l’involuzione.

Dovbyk sostituito: se non ha guai muscolari va lasciato lì, anche fermo in mezzo all’area, perché la soluzione di Dybala falso nove è emergenziale, non può rappresentare un’opzione cui affidarsi di continuo.

Marcenaro: ve lo ha spiegato Mourinho un anno fa di chi si tratta. Indecente convalidare la rete del 2-1, nel silenzio (si è perso l’audio) del VAR Pairetto e dell’AVAR Maresca: coppia peggiore forse solo quella composta da Pairetto (padre) e Bergamo.

Sarà un caso che l’unico con un po’ di amor proprio sia il match analyst Salzarulo – uomo di Mourinho – che va a far vedere all’arbitro la vergogna che ha convalidato? E sarà sempre un caso che proprio a un collaboratore storico del portoghese, Marcenaro abbia velocemente sventolato il rosso sotto il naso? 4′ Ndicka a terra; 2′ minuti di recupero concessi. Vergogna.

Silenzio, però, mi raccomando: stavolta nemmeno la “soddisfazione” di Ghisolfi che si lamenta in francese. 4′ il compagno a terra colpito da una gomitata: ce ne fosse stato uno che abbia avuto la dignità almeno di sbracciarsi a favore di telecamere per chiedere l’intervento del VAR.

La Soulouku si è dimessa il 23 settembre: al 4 novembre nessuna traccia di un nuovo CEO, di un DG, di un DT e pure di un Team Manager che sia rappresentativo. “Continuiamo così, facciamoci del male”.

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