La terza vita di Sor Claudio: allenatore e tifoso giallorosso dentro. Anche da avversario
(GAZZETTA DELLO SPORT) Dovevate esserci, due anni fa, al festival della Gazzetta. Lì, a Trento, in un caldo pomeriggio autunnale, dietro le quinte del palco, mentre il pubblico sfilava silenzioso, prontissimo a riceverlo. A ricevere l’allenatore della più straordinaria impresa calcistica della storia. Perché vincere in Premier – non in una Coppa in cui contano i momenti e le situazioni – mettendo in fila Manchester City, Liverpool, e tutte le migliori squadre del miglior campionato, è stata veramente l’opera più clamorosa e imprevedibile.
Eppure Claudio Ranieri, perché è di lui che stiamo parlando, era emozionato – “oh, ma da dove cominciamo?” – all’idea di raccontarsi. Perché un altro sì, anzi “yes”, l’ha detto ancora una volta alla “sua” Roma, con cui si sposò per la prima volta a novembre del ’73. Cinquantuno anni fa per l’esattezza, più di mezzo secolo, quando fece il debutto in A. Difensore arcigno, lo definirono a quei tempi, come poi è stato anche dei princìpi di correttezza e fedeltà, nel corso di una luminosissima carriera. In cui ha stretto amicizie – soprattutto con i ragazzi del suo Catanzaro, con cui ogni estate si raduna per una grigliata ed una birra. (…)