Dybala, panchina indigesta a Bruxelles
(CORRIERE DELLO SPORT) Perché? “Lo volevo al top contro il Bologna”. Mentre la terra gli si sbriciolava davanti, lasciando appena un angusto passo carrabile per arrivare alla partita di domenica, Ivan Juric ha spiegato la rinuncia totale a Dybala nella trasferta di Bruxelles, venuta dopo lo spezzone di partita di Verona. Quando però le telecamere hanno inquadrato la panchina della Roma, con i tre argentini uno di fianco all’altro in attesa di essere chiamati, lo sguardo di Paulo era interrogativo. Sopra ai guanti, alla maglia termica e allo scaldacollo sembrava di scorgere un accenno di perplessità. C’era, in effetti. La delusione dell’emarginazione, forse non voluta ma in qualche modo decretata.
Dybala non è un calciatore come gli altri. Nel talento e, per contro, nella fragilità. Gioca se si sente a posto. Quando entra in scena con la testa al possibile infortunio, diventa involontariamente autolesionista: si blocca davvero. E’ successo per esempio a Boras, in Svezia, sul maledetto terreno sintetico. (…)