STORIE GIALLOROSSE… Un portiere da copertina
di Franco BOVAIO – Ci sono portieri che si esaltano quando subiscono otto o dieci tiri a partita ed escono dal campo tra gli applausi per averne parati più della metà. In genere sono portieri da squadre di terza o quarta fascia, che sono molto bravi nel mantenere la concentrazione solo se sono costantemente messi sotto pressione per tutti i novanta minuti. Perdono molte delle loro capacità, invece, se si trovano a giocare in squadre di prima fascia, quelle che in una partita subiscono due o tre tiri e che, per questo, devono avere tra i pali portieri molto forti mentalmente. Quelli come Tancredi, ad esempio, che sono bravi a farsi trovare pronti nelle poche occasioni che la propria squadra, in genere abbastanza forte, lascia agli avversari.
Fabrizio Lorieri, che la Roma ha acquistato dall’Ascoli pagandolo quattro miliardi delle vecchie lire, apparteneva più alla prima specie di numeri uno di cui abbiamo appena scritto che alla seconda. Tanto è vero che in giallorosso ha giocato appena 20 partite del suo primo campionato nella Capitale (1993-94) e solo 2 nel secondo. Eppure quando la Roma lo ha acquistato era all’apice della carriera, tanto che la Panini lo aveva anche messo sulla copertina del suo celebre album di figurine dei calciatori del 1992-93. In quella foto Lorieri era stato immortalato in un tuffo plastico che sembrava racchiudere tutte le sue capacità tra i pali. Che erano tante. Su questo non ci piove. Peccato, però, che alla Roma non è riuscito a mostrarle tutte come aveva fatto negli anni precedenti con l’Ascoli e come avrebbe fatto poi, in quelli successivi, a Lecce. Nelle due squadre che, non a caso, sono state quelle in cui ha giocato di più in carriera.