ROMA-INTER. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego Angelino – Il problema è che non siamo a fine aprile – quando speri le poche partite restanti si esauriscano presto – ma a ottobre. E l’obiettivo, oggi, è augurarsi di fare una stagione anonima che non sia – peggio – di sofferenza.
La Roma avrà anche tenuto il campo – come sottolineato da diversi commentatori tv – però mi sembrano gli stessi complimenti fatti a Luis Enrique dopo che la squadra ne aveva appena presi 4 dal Lecce o da un’altra provinciale.
I problemi tecnici dei giallorossi – che ci portiamo dietro da anni – sono, Destino beffardo, racchiusi nel goal subìto: i due esterni fanno due cose una peggio dell’altra (per me addirittura più grave Celik di Zalewski); proprio i giocatori che occupano quei ruoli scoperti da non sappiamo più quanti anni.
Anche perché, a sinistra, dovrebbe giocare Angelino – non Roberto Carlos ma nemmeno Centofanti – che invece deve fare il centrale difensivo. Hermoso sta indubbiamente deludendo ma non si capisce perché – a parte i fastidiosi post ironici sui social – non ci sia Hummels a guidare Mancini e Ndicka.
La marcatura uomo contro uomo a tutto campo ha anche il suo fascino ma – se sbagli qualcosa e non tiri praticamente mai in porta – non fai nemmeno 0-0. Simbolo di questo modo di giocare è quello che abbiamo visto fare a Dybala.
Con un solo centravanti da coprire e Di Marco da Celik, tocca a Bastoni sganciarsi e a Dybala inseguirlo, più volte, fin nella propria area. Encomiabile lo sforzo dell’argentino ma non è quello che si dovrebbe chiedere a uno dei più forti giocatori del campionato.
Dovbik isolato, Dybala appunto a fare il terzino, Pellegrini che conclude di piatto quando andrebbe provato altro, Zalewski sperduto: finita la fase offensiva della Roma.
A centrocampo due problemi diversi. Come abbiamo scritto dopo l’Empoli, Cristante – al netto delle difficoltà tecniche – dà l’idea di aver finito gli stimoli in questa piazza, mentre Koné viene per me giustamente tolto dopo aver fatto ripartire per l’ennesima volta l’Inter.
Chi non andava sostituito – a costo di vederlo fermo ad attendere il pallone – è Dybala: dalla sua uscita, la Roma si limita a uno sterile giropalla, interrotto praticamente solo dal tiro di Soulé nell’ultimo minuto di gioco.
La Roma è una squadra con una proprietà distante, praticamente senza dirigenza, con un buon allenatore capitato però in un contesto più grande di lui e con una squadra che percepisce di navigare a vista.
“È un’anima fredda senza personalità”, le parole, oggi, usate per la “sua” Roma da Claudio Ranieri. L’unica guida tecnica possibile – nel malaugurato caso di un nuovo avvicendamento in panchina – per tentare di non gettare del tutto alle ortiche la stagione attuale.
Il commento sopra espresso mi pare giusto, purtroppo gli errori, e tanti, si pagano e la Roma in questo momento è tormentata da queste assurde disattenzioni. periamo che si risollevi al più presto ad iniziare dalla non facile trasferta di Firenze. Sempre sempre FORZA ROMA!