ROMAPATICOTOP

La Rometta dei Friedkin

ROMAPATICO di Di Franco Bovaio – Società completamente assente, con il presidente che se ne è tornato in America insieme ai figli e che non vive più la città come faceva nei primi tempi. Un allenatore già di per se non fenomenale e che deve lavorare con una squadra costruita per giocare in un modo diverso da quello che vuole lui.

Giocatori veramente scarsi, che non sanno stoppare un pallone, che hanno limiti caratteriali e che sono anche atleticamente inadeguati al calcio dei giorni nostri, perché troppo compassati, mezzi rotti o poco combattivi. Per non parlare di come tirano in porta, mai con la decisione e la determinazione che dovrebbero avere, ad eccezione del solo Dovbyk, che è un gran centravanti mai, però, adeguatamente innescato. Lui, Svilar e Ndicka sono gli unici che salviamo.

È questa la Rometta dei Friedkin e dei loro consiglieri e consigliori. Ve lo dice il romapatico, che segue questa squadra da più di cinquant’anni e che, messa così male, non l’aveva mai vista. Perché i texani, che si erano presentati con Mourinho e la Conference, poi hanno commesso un errore dopo l’altro, fino a portarci a questi, tristi, giorni nostri. Errori come il mancato ingaggio di un uomo di calcio in società che sapesse fare da tramite tra questa e le istituzioni (Federcalcio, Lega, Uefa, arbitri). Proseguiti con l’incapacità di trovare un allenatore in grado di sostituire adeguatamente il Mourinho defenestrato e di un direttore sportivo capace di scegliere gli uomini giusti per rinforzare la squadra e non di indebolirla progressivamente con scelte insensate e incomprensibili. Un direttore sportivo italiano, bravo ad operare nel nostro campionato e sul nostro territorio, non venuto da chissà dove e, dunque, costretto necessariamente a vivere un periodo di ambientamento per capirci e capire anche lui dove sta.

La Rometta dei Friedkin ha solo 10 punti dopo 8 giornate. La terz’ultima in classifica, il Lecce, è solo 5 punti sotto. Altro che pensare a qualificarsi in Champions! Sarà bene sbrigarsi a salvarsi il primi possibile per poi voltare pagina e ricominciare daccapo, ma con altri proprietari (se ci sono interessati si facciano avanti) e con altri protagonisti. Perché in questa società, in questa squadra, “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare”, come avrebbe detto il campione del nostro ciclismo nazionale Gino Bartali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *