ROMA-UDINESE. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego Angelino – Arrivava la momentanea capolista, in una settimana per la Roma a dir poco complicata: i tre punti erano vitali e non scontati.
Juric – come normale che sia – punta sulla vecchia guardia, visto che per alcuni nuovi ha anche parlato di concetti che devono ancora essere assimilati.
Vicino a Cristante c’è il giovane Pisilli (vent’anni oggi, auguri): deve ancora imparare a dosare le forze e ad evitare gialli superflui ma sta giocando partite importanti.
Con una caratteristica fondamentale: la predisposizione a giocare in verticale, elemento che piace parecchio al nuovo allenatore romanista.
In attacco c’è Dovbyk: ce ne fosse stato bisogno, anche ieri si sono notate le sue qualità di contropiedista.
Quando c’è spazio alle spalle delle difese è sempre pericoloso: perfetto per il gioco di Juric, meno per quello di De Rossi, per cui era stato preso.
Goal di pregevole fattura per l’ucraino, segna anche con bel colpo sotto ma in fuorigioco e serve l’assist per Baldanzi (entrato benissimo anche ieri).
Dybala sa essere pressoché sempre decisivo; rigore guadagnato e segnato, con partita messa quasi un ghiaccio.
Tra i migliori sicuramente Angeliño ed El Shaarawy, che manda in porta Dovbyk e chiude con i calzettoni abbassati per la fatica.
Il terzino spagnolo, ormai usato spesso da terzo centrale, non sbaglia un passaggio e quasi fa segnare Celik, in un’azione da fascia a fascia.
La Roma lascia tre occasioni agli ospiti: due, potenziali, per errori di Svilar (smanacciata rivedibile e dribbling rischioso); una con un contropiede da evitare, sventata da una grande parata proprio dell’estremo difensore.
Fischi per Pellegrini, Cristante e Paredes: le prestazioni, al momento, non vengono nemmeno prese in considerazione;
di solito qualche risultato aiuta a rasserenare gli animi.