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Intensità, pressing e ritiro light: parte l’avventura di Juric

(LEGGO) Intensità, pressing e un ritiro light almeno fino a domenica. L’avventura di Ivan Juric sulla panchina della Roma è iniziata nel trambusto dell’esonero di De Rossi, ma il croato ha provato a isolare la squadra dalle polemiche e praticamente ha spostato la residenza a Trigoria dove dorme e lavora 18 ore al giorno. Ieri ha diretto il secondo allenamento dopo quello d’approccio di mercoledì e domani parlerà per la prima volta in conferenza. Insieme alla società ha ordinato che la squadra ceni con lui e lo staff tecnico a Trigoria fino a domenica, poi chi vuole potrà tornare a dormire a casa. Per conoscersi meglio, ma anche per togliere alibi a tutti.

Sul campo tanti incoraggiamenti ma anche fermezza. Un atteggiamento diverso rispetto a quello più amichevole di De Rossi. Si riparte dalla difesa a tre, quella che Juric usa da una vita. Spazio a Hermoso e Hummels, esperienza e fisico appunto.

A centrocampo saranno privilegiati calciatori di gamba e contrasto ai fini dicitori: di sicuro Kone sarà uno dei pilastri, a pagare potrebbe essere Le Fée. Il tecnico ama la scuola tedesca, che ha avuto Klopp come principale teorico, ma anche il metodo Gasperini di cui è stato vice a Milano e Palermo. Una volta persa palla non si deve scappare all’indietro ma cercare di recuperarla in avanti. Il cosiddetto “gegenpressing”.

L’intenzione del tecnico, che ama l’heavy Metal, è quella di spostarsi dal 3-5-2- al 3-4-2-1. Due trequartisti che inizialmente potrebbero anche essere Dybala e Soulé. In mediana, oltre a Kone, il ballottaggio è tra Paredes e Cristante. Grossi dubbi sulle fasce: Celik parte in vantaggio su El Shaarawy in attesa del recupero di Saelemaekers, a sinistra toccherà ancora ad Angelino. Contro l’Udinese non c’è tempo di ambientarsi, la classifica non aspetta.

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