EDITORIALETOP

Il Re è nudo

Il fragore creato dalla decisione di sollevare dal suo ruolo Daniele De Rossi riempie il vuoto creato dal silenzio degli ultimi 6 mesi, quelli trascorsi da quando società ha parlato per bocca dell’ex gm Tiago Pinto lo scorso marzo.
Mesi in cui ha regnato il caos dentro e fuori Trigoria, con mille voci alimentate dal nulla della comunicazione della A.S. Roma.
Una decisione, quella presa dalla proprietà americana, che vale mille conferenze stampa mettendo la parole fine alle tante querelle estive: dalla tempistica nel rinnovo del tecnico fino alla messa fuori rosa di Nicola Zalewski, passando per la telenovela relativa a Paulo Dybala e le presunte liti tra allenatore e diverse altre componenti del club.
I venti di tormenta che sferzano oggi la Capitale se da un lato non fanno presagire nulla di buono dall’altro spazzano via fraintendimenti e verità di comodo.

DDR è stato messo alla porta a meno di un mese dall’inizio del campionato, con alle spalle un solo allenamento con la rosa definitiva, all’indomani di una partita, pareggiata contro il Genoa, decisa dalle prodezze dell’arbitro Giua. Il fischietto di Oristano ha affossato le speranze di rilancio dei giallorossi e servito ai Friedkin, o chi per loro, l’assist che evidente aspettavano per il loro progetto di Roma 2.0.
Parafulmine o traghettatore poco conta, di certo l’ex centrocampista non è mai stato nella testa dei vertici societari l’uomo su cui costruire un nuovo progetto.

Le modalità con le quali il tecnico è stato esonerato sono le stesse riservate a chi lo ha preceduto, a dimostrazione di come entrambi paghino la medesima colpa: quella di ritenere di dover rendere conto non solo a chi stacca gli assegni a fine mese ma ad un’intera tifoseria, tradendo il voto del silenzio che regna tra le sacre mura del Fulvio Bernardini.

E, in questo senso, l’arrivo di Ivan Juric (forza mister!) rappresenta una scelta abbastanza illuminante, a prescindere dal valore del tecnico, e ci spinge a ritenere che siano maturi i tempi per l’arrivo del tanto agognato dirigente (dotato di parola come di potere decisionale) in quanto, generalmente, all’era dei parafulmini segue quella dei paravento.

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