STORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

GENOA-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego Angelino – Perciò non dipendeva dalle “intemperanze” di Mourinho, se non ci venivano fischiati rigori solari. Chi l’avrebbe mai detto! La realtà, nel frattempo, è deprimente: una vittoria nelle ultime 12 partite. 

Formazione che mi appariva improbabile (Angelino nei 3 dietro, due ali nei cinque di centrocampo) e che invece funziona per 45′, aperti però da un calcio d’inizio da mani nei capelli (passaggio indietro da centrocampo per il lancio di Svilar: ma perchè?). 

Spiccano Koné e Pisilli, dai cui inserimenti si generano anche le azioni ricamate da Dybala e Dovbyk: sulla prima – l’ucraino per l’argentino – c’è il rigore solare non visto solo da arbitro e (peggio) VAR; sulla seconda, Dovbyk sbaglia un goal che non va fallito.

Superiorità netta, quella giallorossa, che si concretizza però in una sola rete, finalmente, di Dovbyk, convalidata dopo quasi 7′ di attesa. C’è un secondo tempo da gestire ma le premesse sembrano quelle giuste per portare a casa i primi tre punti della stagione.

Nel Genoa entra Malinovskyi, primo segnale di difficoltà romanista, che si acuisce col non banale infortunio di Saelemaekers. Entra un difensore, Hermoso, e un terzino, Angelino, va a fare tutta la fascia. Ma, anziché difendersi meglio, la Roma inizia a sciogliersi.

Il Genoa prende campo ed ecco il triplo cambio di De Rossi. Nel pacchetto dei subentrati manca però l’unico che davvero serviva, Paredes, per abbassare i ritmi di una partita che la Roma non sapeva chiudere (ancora per Dovbyk) e che si era trasformata in un costante ribaltamento di fronte.

Sei arrivato comunque quasi in fondo: buono l’impatto di Baldanzi, non quelli di Celik di cui conosciamo i limiti e Pellegrini, out in Nazionale, solo uno o due allenamenti con la Roma e protagonista, suo malgrado, del pareggio genoano.

Al 93′ subisce fallo, non ravvisato e i 40″ che mancano al termine vengono recuperati dall’ ineffabile Giua: da lì sviluppa l’azione del pareggio che De Rossi non vede dalla panchina; con il primo “rosso” anche per lui, ci liberiamo finalmente della retorica sulla panchina “educata”. 

Il finale è brutalmente romanista: pareggia il giocatore che, fosse stato applicato il regolamento, non avrebbe dovuto terminare la gara.

E adesso? Udinese e Venezia in casa saranno due partite la cui delicatezza può essere percepita solo da chi segue la Roma da sempre. Non voglio però nemmeno pensare al fatto che non arrivino 6 punti. 

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