De Rossi difende i suoi leader
(IL MESSAGGERO) Il tempo delle chiacchiere e delle polemiche non è ancora finito. Totti, Zalewski e Dybala, chi più ne ha, più ne metta.
Ora ci scappa anche la difesa a spada tratta del trio Paredes-Pellegrini-Cristante, finito nel mirino della critica (soprattutto social e radiofonica, più che da stadio) perché simbolo di una Roma che in campionato non va oltre il sesto posto: “Ogni tanto in questa città vengono rispettati meno di quello che dovrebbero essere. Negli ultimi sei mesi abbiamo viaggiato a due punti di media con loro tre, più Bove e Aouar. Sono calciatori importanti che ci daranno una mano”.
Così, anche alla vigilia di una gara come quella di Genova, divenuta delicata dopo i 2 punti nelle prime 3 partite di campionato, De Rossi continua a vestire il ruolo di parafulmine cucitogli addosso dall’amico Francesco e a camminare da solo, senza che nessuno del club lo affianchi. Daniele prova a smarcarsi un paio di volte – “Non sono questioni di mia competenza, parlatene con la società” – sapendo bene che è un modo per ributtare la palla in una parte del campo dove non c’è nessuno.