Conferenza Juve-Roma. DE ROSSI: “Alzato il livello con il mercato. Mai litigato con Mancini e Souloukou”
Nella vigilia della sfida di Torino mister De Rossi si è presentato in sala stampa al Fulvio Bernardini per rispondere alle domande dei cronisti. Queste le sue dichiarazioni.
Un bilancio di questa sessione di mercato.
“Bilancio positivo, abbiamo alzato il livello di qualità della squadra, sono contento. Sono contentissimo di Koné e Saelemaekers, mi piacciono entrambi. Un giocatore con le caratteristiche di Koné mancava a questa squadra, quello di cui c’era più bisogno, serviva mettere ciccia a centrocampo. Siamo un po’ corti in difesa, ma è successo qualcosa che era difficile da prevedere, l’operazione Danso mi avrebbe reso molto felice”.
Domani una sfida tra allenatori con una idea di calcio, che Juventus ti aspetti?
“Thiago è un amico, non uno che senti sempre ma che abbracci con piacere quando lo vedi e sei felice per lui quando vince. Sta dimostrando che è un grande allenatore non solo per i risultati e per il gioco, ma per il tocco magico. Ci sono allenatori che hanno qualcosa di speciale e lo sta mostrando, ci è arrivato con la gavetta e anni non facili, adesso giustamente si sta godendo i frutti del lavoro in una grande squadra costruita per vincere il campionato. Hanno fatto un mercato importantissimo, molto costoso, e stanno ottenendo risultati con ragazzi giovani. Con Thiago non puoi mai rilassarti, può sempre sorprenderti. Sarà una partita difficilissima, ma possiamo fare la nostra ottima prestazione a Torino”.
Rispetto alla Roma di maggio la squadra è più forte? Cosa ci puoi dire di Saud Abdulhamid ?
“Fare un’analisi è difficile ma sta andando nella direzione che volevo io. Per me abbiamo fatto un mercato paradossalmente migliore dell’Inter, ma loro partono da un livello più alto. Dobbiamo lavorare come loro, mettere pezzetti e restare fortissimi. La squadra entro poco tempo, se continuerà a lavorare come in questo mercato, non vedo problemi nel pensarla a lottare per lo scudetto. La direzione e i patti dell’inizio sono stati rispettati, sono soddisfatto c’è stata collaborazione. Ho visto Saud in due spezzoni di allenamento, in mezzo c’è stato il viaggio in Arabia per il visto. Ha la caratteristiche che voglio io, lo conoscevo poco, ho parlato tanto con Roberto Mancini e il suo staff e loro vedono in lui un futuro campione. Va veramente veloce, dobbiamo mettere dentro qualche nozione tattica del calcio italiano. È un ragazzo solare, dobbiamo aiutarlo a inserirsi nei tempi giusti in una squadra già forte di suo come ho detto lo scorso anno”.
Avete provato la difesa a 3: è stata provata in prospettiva di Danso? Come si incastra nel progetto la partenza di Bove?
“Quante cose avete saputo che non erano come dicevate voi? Noi costruiamo quasi sempre a 3, con Danso avevo immaginato una difesa a 3 e ne avevo anche parlato con lui. A volte facciamo 3+1, 3+2 o a rombo, variamo. Anche l’anno scorso abbiamo abbassato l’esterno, e non ve ne siete accorti, a volte con tre centrali e avete pensato che fosse il problema. Tante squadre attaccano con 5 giocatori, non ci inventiamo nulla, lo abbiamo visto fare a tanti. Un allenatore deve gestire il mercato in base alle sue idee tattiche e modificarlo in relazione alle situazioni. Bove? Mi dispiace sia andato via, ma non l’ho bloccato. Con lui sono stato chiaro come con tutti i centrocampi, dicendogli che avevo intenzione di mettere dentro un paio di centrocampisti più dinamici e probabilmente ci sarebbe stato meno spazio. Con me Bove ha giocato meno di quanto abbia fatto con Mourinho, ha parlato con me e non potevo garantirgli lo spazio di cui ha bisogno. Dispiace perché è forte, un ragazzo positivo, educato e legato alla squadra, ma devo fare scelte. Spero quasi di aver sbagliato perché merita di diventare un Nazionale come Frattesi e Calafiori. Nulla è definitivo in quanto in prestito, rimango con l’abbraccio che ci siamo dati, sperando che resti l’affetto. Se fossi voluto rimanere l’idolo intoccabile a Roma non sarei tornato e non mi sarei messo in discussione e avrei fatto scelte più populiste, ma devo guardare il campo”.
Quanto è stato complicato gestire il mercato e se ha influito nei primi risultati della stagione?
“È stato complicato, ho sentito le interviste di Di Francesco e Gasperini sul mercato. Noi potevamo vincere queste due partite, dovevamo fare meglio, ma il campionato è sporcato dal mercato per tutte le squadre. Siamo tutti sulla stessa barca, infastiditi, per me è una follia però si poteva fare meglio. A onore del vero abbiamo anche preso tanti pali oltre a un rigore che per me c’era, sono state fatte cose male ma anche spezzoni fatti molto meglio. È complicato gestire in corsa, ma è il lavoro dell’allenatore. A volte organizzi un mercato e qualcosa salta, devi pensare a far entrare tutti nel progetto, anche chi poteva andar via”.
Si è parlato di un litigio con Souloukou, Cristante e Mancini. Cosa c’è di vero?
“Di vero c’è solo la discussione con Bryan, abbiamo discusso in campo per 10 secondi come discussione normale. Poi è diventata che che ci siamo messi le mani addosso, è questo è gravissimo in quanto c’era una base vera e qualcuno ha voluto dargli una sfumatura diversa. Mi tocca querelare, se inventi bugie sulla mia professione non è normale. Va bene che ho passato 20 anni di carriera sentendone di tutti i colori, anche di peggiori, ma non va bene non ve lo permetto. Neanche ho visto Lina prima dell’Empoli, con Mancini non è mai successo nulla. Non lo avevo letto e me l’ha detto Mancio qui a Trigoria. Non c’è difesa, è grave perché il vostro lavoro è dire quello che è successo, trovare scoop ma non intentarli dicendo che ho messo le mani addosso a un giocatore. Non facciamo il bene mio, ma neanche della società visto che chi le legge da fuori ci crede. Se c’è qualcosa è giusto scriverla, ma di queste tre cose l’unica che aveva una lontana parvenza di verità è quella con Bryan. Ci siamo scontrati per una cosa di allenamento per 10 secondi a 20 metri di distanza su una cosa di campo, il giorno dopo ci siamo abbracciati e l’avete fatta diventare una rissa. Per me è tanto tanto grave”.
Quanto è difficile in questa situazione preparare la partita con la Juve?
“È difficile, ma non sono abituato a trovare scuse e alibi. Ho parlato con D’Aversa prima e dopo l’Empoli e sono nella stessa condizione, ma hanno vinto. Non mi piace cercare alibi, non è l’ideale, ma se Dio vuole durerà un’altra partita e poi ci concentreremo su quello che più mi piace e so far meglio, l’allenatore”.
Ha detto che Juve è stata costruita per lo scudetto, la Roma per cosa?
“Per migliorare quanto fatto l’anno scorso, la direzione presa è stata rispettata ma non vuol dire arrivare quarti per forza date le concorrenti. Non è un obbligo per come siamo costruiti, ma l’obbligo è andare in una certa direzione nella quale credo profondamente. Ci riempiamo la bocca con l’Atalanta, ma ha iniziato anni fa con i vari Mancini e Cristante che erano bambini. Il loro lavoro li ha portati ad essere una squadra che costantemente sta in quelle posizioni, come eravamo noi una decina di anni fa. Vogliamo arrivarci subito ma tra un paio di anni saremo fissi lì ed è il passo più importante che possiamo fare”.
Se avesse avuti litigi tra lei e il CEO o il calciatore, verrebbe qui in conferenza a dirlo?
“Faccio una premessa. Quando ho detto la parola subumani mi riferivo a gente che mi augurava tumori e altro. Se io avessi litigato con Mancini non sarei venuto qui a dirlo. Non dico che non ho mai discusso con Cristante, dico che non ci siamo menati. Quando dico subumani faccio una battuta alla fine di un discorso ampio ed è una cosa che penso. Il giocatore ti risponde perché lo hai scritto e hai fatto nomi, con Mancini non abbiamo mai discusso. Prima di Roma-Genoa dell’anno scorso ho discusso con Mancini, e non è uscito fuori,ci siamo chiariti e quest’anno è perfetto nel suo comportamento. Ma non puoi pretendere che Mancini non ti risponda se scrivi una cosa non vera, lo puoi mettere in preventivo. Nelle conferenze si dicono tante mezze verità, ma se senza parlare riceviamo quello che abbiamo ricevuto nell’ultimo mese, pensa se lo avessimo detto. In passato è successo altre volte, ma non puoi pensare che nessuno risponda o si stranisca. Non uso Instagram, sto cercando le notifiche perché meno leggo e meglio sto. In conferenza non diciamo al 100% la verità, ma non vengo a negare una cosa vera”.
Alla fine del mercato quanta gente di gamba è arrivata?
“Parecchia, con Danso ne avremmo avuta tanta in più ma non è colpa di nessuno. Non significa che chi è meno esplosivo deve uscire dai radar della squadra. Per me è un discorso di essere complementari e funzionali. Tutti giocatori di gamba in squadra crea confusione ma con tanti giocatori di qualità, magari monopasso, diventa prevedibile. L’ideale è avere gamba e qualità”.