Bello il calendario, ma se piove? Te bagni!
Di Franco Bovaio – Bello il calendario, bella la cerimonia di presentazione, bella la trasmissione su Sportitalia, canale 60 del digitale terrestre, che mi piace molto. Belle anche le immagini di repertorio e bello tutto il resto. Ma da vecchio romapatico da casa e trasferta la prima considerazione che ho fatto a vedere come si svolgerà la mia vita dal 17/18 agosto al 25 maggio è stata: ma se piove? Me bagno! E già, perché a parte gli stadi-cattedrali come l’Olimpico, il Meazza, il Ferrari, il Maradona, lo Stadium, quello di Bergamo e l’altro di Udine, se vai a vedere la partita negli altri devi sempre sperare che non piova, perché la copertura è solo parziale o, addirittura, nulla.
Proprio come in quegli anni ’80 in cui cominciammo un altro campionato a Cagliari, quello dello scudetto 1982-83, vincendo 3-1 o come nella stagione 2011-12, nell’unica altra volta in cui abbiamo affrontato i sardi alla prima giornata nell’ultimo mezzo secolo, ma a Roma, dove perdemmo 2-1! E a Cagliari, dove si giocherà in uno stadio che è provvisorio da anni e anni, se pioverà, ci bagneremo, anche se è improbabile che accada il 18 agosto.
Il problema degli stadi vecchi e per lo più scoperti anche in città importanti come Bologna, Firenze, Cagliari stessa, Lecce, Parma, Verona è lo specchio del nostro calcio e del nostro Paese, rimasti entrambi indietro rispetto al resto d’Europa, dove anche cittadine piccole e semi sconosciute hanno stadi coperti. Per non parlare, ovviamente, di quelli ultramoderni che stiamo vedendo in Germania per gli Europei in corso di svolgimento.
Bartali avrebbe detto: l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare. E stavolta avrebbe avuto proprio ragione!