A Trigoria si cambia: addio al ministero
(CORRIERE DELLO SPORT) A Roma, la capitale di una Repubblica democratica fondata sulla burocrazia, ci sono quindici ministeri. Il sedicesimo aveva come sede Trigoria, con tanto di costosissimo distaccamento nell’elegante quartiere dell’Eur. L’apparato giallorosso è somigliato per tanto tempo a un mostro a tre teste e i Friedkin se ne sono accorti da subito: quando a gennaio del 2020 avviarono la due diligence sui conti del club prima di rilevarlo da Pallotta, rimasero inorriditi dalla sperequazione di risorse. (…)
La manager greca Lina Souloukou sta tentando di allontanare la nave giallorossa da una pericolosa deriva. L’hanno chiamata «tagliatrice di teste», ma sarebbe più corretto parlare di «ottimizzatrice di risorse». Che poi è quello che qualsiasi Ceo dovrebbe saper fare: far scorrere gli investimenti nel verso giusto, ridurre gli sprechi, evitare insomma di buttare i soldi. Quanto avvenuto nella Roma, forse in modo un po’ traumatico tramite licenziamenti e allontanamenti decisi in modo unilaterale, sta avendo effetti balsamici per il bilancio. (…)
I costi sono diminuiti da 402,4 a 348,8 milioni. La fotografia del 2024 sarà ancora più nitida. (…) nei vari reparti sono state tagliate quasi 200 persone, per lo più a scadenza il 30 giugno. Nel festival dell’assurdo di Trigoria si esibivano un infermiere assunto nei giorni del Covid per eseguire i tamponi e rimasto a libro paga anche a pandemia conclusa, un giornalista dell’ufficio stampa il cui unico compito era visionare l’allenamento, una persona incaricata al volo del drone, un responsabile dei raccattapalle, 60 tra medici e fisioterapisti solo per settore giovanile e scuola calcio, una dozzina di tecnici informatici e altrettanti autisti nonostante le spese folli per consulenze esterne e trasporti. A Dan Friedkin, che chiudendo la seconda sede all’Eur garantirà alla società maggiore operatività e risparmierà un milione l’anno, dev’essere parso piuttosto curioso anche che gli scout ai tempi di Pinto fossero sempre seduti sulle tribune dell’Olimpico anziché andare in giro per il mondo a scoprire talenti. (…)