Un sogno lungo 82 minuti
(CORRIERE DELLO SPORT, Zazzaroni) Si chiama sfiga quando ti avvicini all’impresa di battere – oltretutto a casa sua – una squadra che non perdeva da un anno, precisamente dall’11 maggio del 2023 (sempre con la Roma, peraltro), e un autogol, uno stupidissimo autogol, fa suonare la sveglia che non avevi nemmeno caricato e il sogno bruscamente si interrompe. Si chiama sfiga – e pure atroce – perché stavi compiendo qualcosa che nessuno aveva avuto il coraggio di mettere in conto, un autentico miracolo calcistico: ci stavi riuscendo con due rigori, certo, ma anche con una condotta di gara coraggiosa e lucida. La Roma è stata infatti capace di limitare a lungo l’”ingiocabilità” del Leverkusen, difendendosi con le unghie e riuscendo a correggere la maggior parte degli errori. commessi all’andata. (…)