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TANTI AUGURI A… Astutillo ‘Tito’ Malgioglio

Le 66 candeline di Astutillo Malgioglio

Diverse sono le caratteristiche che contribuiscono a fissare nel subconscio calcistico di ogni tifoso i giocatori. Alcuni li ricordi per le loro doti tecniche, altri per l’impeto agonistico; alcuni per come riuscivano a tradurre in parole la loro passione e altri per la profondità dei loro silenzi. Di quest’ultima categoria fa parte Astutillo Malgioglio, di ruolo portiere, che ha vestito i nostri colori nelle due stagioni successive allo scudetto del 1983.

Arrivato per sostituire Superchi alle spalle del titolarissimo Franco Tancredi, nella Capitale porta non solo le sue qualità tecniche ma anche quelle morali. Tito, come lo chiamano gli amici, già dal 1977 e lontano dai riflettori, si dedicava all’assistenza ai ragazzi distrofici in un centro da lui creato e finanziato a Piacenza. Anche a Roma, con l’avallo della società, continuò ad impegnarsi in tal senso portando i ragazzi ad esercitarsi nella palestra di Trigoria quando il centro si svuotava. Un modo di intendere il calcio e la vita che condivideva con il suo capitano Agostino, insieme al quale era solito andare a fare vista ai giovani degenti negli ospedali romani. Nell’estate del 1986 accetta di scendere in serie B attraversando e sponde del Tevere. Una decisione infelice in quanto divenne il catalizzatore delle repressioni biancocelesti fino al famoso epilogo contro il Vicenza quando si tolse la maglia e ci sputò prima di gettarla a terra. La goccia che fece traboccare il vaso, come ha raccontato più volte, più che le offese alla famiglia a pochi giorni da un grave lutto fu l’esposizione di uno stendardo – improntato alla solita classe e delicatezza che ha sempre contraddistinto i cugini – il quale recitava: “Tornatene dai tuoi mostri”. Deferito e licenziato dalla Lazio decise di lasciare il calcio ma fu convinto a trasferirsi a Milano da Trapattoni vincendo, da secondo di Zenga, lo scudetto nel 1989.

Tanti auguri Tito!


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