Roma-Genoa. DE ROSSI: “Dybala si è allenato poco. Con la società abbiamo parlato di quello che servirà”
Alla vigilia della sfida dell’Olimpico di domani contro il Genoa (ore 20,45), mister Daniele De Rossi ha parlato in conferenza stampa, queste le sue parole.
Come sta Dybala?
“Paulo ha fatto una seduta di scarico. Ha fatto allenamenti individuali dove ha spinto un po’ di più. Vedremo oggi, ma si è allenato poco nelle ultime due settimane”.
Quanto influirà sul prossimo mercato la qualificazione in Champions?
“Qualsiasi squadra è condizionata dai guadagni nell’era del fair play finanziario. Per ora non abbiamo parlato di budget, abbiamo solo condiviso la voglia di spenderli bene, non bisogna per forza spendere tanto. Abbiamo squadre davanti che hanno speso meno di noi, tate squadre fanno un calcio interessante senza spendere cifre folli. Dobbiamo comprare giocatori forti e valorizzare quelli che già abbiamo”.
Domani una giornata emotivamente particolare per molti motivi, un bilancio emotivo.
“Ci saranno tante cose emozionanti, abbiamo ancora un obiettivo importante. Il Genoa sta giocando bene, come dovrebbero fare tutte le squadre per orgoglio e dignità ma non hanno i nostri stimoli. Sarà bello lo stadio pieno, ma c’è una gara da vincere. Gilardino mi stupisce sempre di più, un ragazzo speciale che quando giocavamo non pensavo diventasse allenatore e così bravo. Ha fatto un percorso invidiabile, ha fatto gavetta e ne è uscito un allenatore vero. Su Strootman credo che lo stadio sarà pieno per noi ma anche per lui, chi ha onorato la maglia della Roma e ancor prima la propria professione merita un tributo caloroso”.
Tempistiche riguardo il tuo contratto e l’arrivo del direttore?
“Stiamo parlando, ho avuto tante gare da preparare ed è l’ultimo dei miei pensieri. Per raggiungere un accordo economico e di durata ci abbiamo messo 10 minuti, stiamo mettendo a punto le ultime cose. Eravamo padroni del nostro destino ma sapevamo sarebbe potuto andare diversamente con partite difficilissime da vincere.”.
Hai parlato con la società riguardo il centravanti del futuro?
“Con la società abbiamo parlato di quello che servirà alla Roma, non abbiamo parlato di Lukaku o Abraham, abbiamo fatto delle costatazioni sulla direzione degli ultimi anni, che spesso era rivolta a prendere giocatori pronti e in prestito. A volte è meglio investire su giocatori nostri, da creare e supportare per farne un asset che ti possa dare più stabilità. Ora è presto, poi manca ancora quella figura che metterà a posto tutti i tasselli e con il quale inizieremo a fare dei nomi. Anche da questo punto di vista non manca tantissimo”.
Riguardo le parole di Gasperini?
“E’ passato tanto tempo, ci siamo sentiti e abbiamo chiarito. Nella telefonata ci sono stati degli spunti di stima reciproca, sono polemiche che si creano e quando succede ogniuno tira fuori il suo punto di vista. Noi non avevamo perplessità sull’Atalanta, ma in generale sula regolarità del campionato, come gli ho spiegato. Sappiamo che la loro partita è stata rinviata per una tragedia e la nostra per una cosa sembrava potesse diventarlo. Siamo a posto con la coscienza. Non c’è bisogno di favori, dovevamo fare a Bergamo una partita migliore di quella che abbiamo fatto e non ci siamo tirati indietro dal fare i complimenti agli avversari”.
C’è una lista di calciatori intoccabili da cui ripartire?
“Sì, ma non li dico perché non è giusto. Qualche incedibile potrebbe andare via e viceversa qualcun altro potrebbe rimanere e dovrò tirare fuori da loro il meglio. Anche perché abbiamo visto come a volte incedibili sono stati rimpiazzati alla grande e viceversa, tutto è ancora prematuro”.
Pretenderai giocatori alla Conte o Mourinho o ti adatterai, qual è la tua prospettiva?
“Ora ci sono io, prima Mourinho e Fonseca. Ognuno ha il suo modo di fare mercato e di costruire una rosa, ma la costante è che siamo sempre arrivati sesti o settimi. Piazzamenti rispettabili ma non la nostra aspirazione. Va cambiato qualcosa, l’allenatore forte deve imporsi per farsi comprare chi vuole e la società forte lo deve ascoltare, nel limite delle possibilità. Il primo requisito del futuro acquisto, big o giovane, sarà la fame: devono sentirsi a Roma come se fosse la miglior cosa che gli sia mai capitata, per sentimento o traiettoria di carriera. Dobbiamo partire da gente che in campo faccia le fiamme di gamba e di intenzione. Non c’entra la maglia, che per me ha un valore ma per tanti compagni in passato non lo avevano ma andavano comunque a 2000. Pjanic andò alla Juve insultato ma a Roma andava a 2000”.
Quale settore di campo necessita di maggiori interventi?
“Uno si fa un’idea ma non lo dico, non entro nel dettaglio perché domani abbiamo una partita. Ieri sono stato 11 ore e mezza a Trigoria, soltanto per un’oretta ho pensato a quello che potrà essere un domani questa squadra. Ancora mancano alcune persone che siederanno con me per lavorare sulla rosa. Ho già letto di tutto con cose mai successe e qualche idea me l’avete anche data, ma io non ho fatto nulla rispetto dei mie giocatori e perché ho due partite da vincere”.