Rifondazione romanista
Di Franco Bovaio – Dunque il nuovo ds della Roma dovrebbe essere il francese Ghisolfi. Vista la nazionalità sarà uno che di rivoluzioni se ne intende… Perché di questa ha bisogno la rosa della Roma, fatta di troppi prestiti che se ne torneranno a casa, di altri che torneranno a Trigoria poco graditi e di pilastri che hanno ritmi da calcio degli anni ’80, non da quello attuale, in cui la parola d’ordine è correre. Anche se a pallone si gioca più con la tecnica che con il podismo. Ma oggi cosi è se vi piace e se non vi piace adattatevi. Dunque Ghisolfi dovrà dare a De Rossi i calciatori adatti al suo calcio. Quelli che corrono e allo stesso tempo danno del tu al pallone, capaci di dribblare e creare superiorità nunerica in attacco, di macinare chilometri superando gli ostacoli ma senza farsi male ad ogni cambiar di luna. Una rivoluzione, appunto.
Buon lavoro e buona fortuna monsieur Ghisolfi. Crediamo che ne abbia bisogno, perché Roma non è Lens né Nizza. Qui, come al solito, è sempre tutto più complicato. Specialmente se si ha alle spalle una società che come scopo principale ha quello di mettere a posto conti e bilanci scovando giovani interessanti da far diventare calciatori importanti per rivenderli al miglior offerente e poi, solo poi ed eventualmente, di vincere qualcosa.
Chissà perché da qualche tempo ci risuonano in testa le parole di Mourinho quando disse che lui sarebbe stato disposto a restare anche per lavorare su un progetto fatto di giovani prospetti… Poco dopo venne esonerato.