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I numeri parlano chiaro: problemi di rosa e di programmazione in un campionato “impiccato” dall’inizio

Con la sconfitta al Castellani la Roma chiude il campionato 2023-24 con 63 punti e in sesta posizione. Stesso piazzamento e medesimo bottino delle ultime due stagioni mancando, ancora una volta, la qualificazione in Champions League, un traguardo raggiunto per l’ultima volta nella stagione 2017-18 quando i giallorossi, guidati da Eusebio Di Francesco, chiusero terzi con 77 punti. Un anno, quello della semifinale contro il Barcellona, che segna l’avvio di un ciclo virtuoso in Europa a dispetto di una vistosa flessione nel torneo nazionale a conferma della difficoltà nell’attrezzare una rosa in grado di competere su più fronti.

Il ruolino giallorosso, al termine del torneo appena concluso, segna 18 vittorie, 9 pareggi e ben 11 sconfitte. Evidente è la differenza di marcia nei due gironi e sotto le differenti guide tecniche che si sono succedute a Trigoria, ma ancora di più balza agli occhi come la stagione sia stata “impiccata” in partenza, a causa dei disastrosi risultati nei primi 6 turni nei quali è stata messa insieme la miseria di soli 5 punti.

Alla fine saranno 29 quelli collezionati al momento della sostituzione di Josè Mourinho con Daniele De Rossi avvenuta dopo la sconfitta contro il Milan alla 20° giornata.  Per il portoghese 8 vittorie, 5 pareggi e 7 sconfitte. Di queste ben 6  lontano dalle mura amiche (Verona, Genoa, Milan, Inter, Juventus e Bologna) mentre una soltanto, ancora contro i rossoneri di Pioli, all’Olimpico.

Numeri che portarono a una facile diagnosi di “mal di trasferta” per il gruppo di Mou ma, a conti fatti, i numeri ci restituiscono una realtà differente e sicuramente meno “esoterica”. A parte le disastrose prestazioni di Verona e in casa del Genoa nel disgraziato avvio di stagione, le altre sconfitte sono arrivate con club finiti sopra ai capitolini e contro i quali, nel girone di ritorno, l’unico punto conquistato è stato in casa, contro la Juventus, in una sfida senza particolari stimoli per i bianconeri. Nonostante la conclamata, quanto logica, difficoltà nell’affrontare compagini che si sono dimostrate più forti nel corso de torneo, classificandosi più in alto in classifica (2 soli punti racimolati, frutto dei pareggi interni contro Atalanta e Juventus), il percorso intrapreso dall’arrivo di Daniele De Rossi è stato sicuramente positivo, con una media punti da Champions.

Dal suo arrivo il rendimento nel torneo è decisamente migliorato raggiungendo l’1,89 punti a partita (10 v, 4p, 4 s.), con una proiezione sull’intero campionato superiore ai 70 utili per le posizioni che contano.

Anche per DDR, a parte la sfida di Empoli il cui valore specifico è differente da quello statistico, i passi falsi sono arrivati contro club che ci hanno preceduto in classifica, dovendo cedere l’intera posta in palio ad Inter, Atalanta e Bologna.

Spostando l’analisi dal gruppo verso i singoli questa non può non partire dal reparto avanzato, in relazione alle strategie societarie del recente passato ed il lavoro che attende tecnico e ds nell’immediato futuro.

Se è vero che Romelu Lukaku non è stato in grado di ribaltare i valori in campo contro le così dette big, come nel momento decisivo del percorso europeo, corrisponde altrettanto alla realtà che i suoi gol sono stati fondamentali nel mantenere i Lupi in corsa su più fronti fino a maggio. Anche in questo caso i numeri  parlano da soli: 21 reti stagionali, di cui 13 in campionato, soltanto Lautaro Martinez ha fatto meglio (27). Guardando più vicino a noi giusto un mostro sacro come Edin Dzeko (per due volte) e Tammy Abraham alla sua prima stagione hanno segnato più di Big Rom da queste parti nell’ultimo decennio.

Da lì bisognerà ripartire per intervenire in profondità in una rosa con profonde lacune, facendo in modo di farsi trovare pronti per l’avvio del prossimo campionato a differenza di quanto è stato fatto, colpevolmente, nell’ultima calda estate romana sotto la guida di Tiago Pinto.

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