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ACCADDE OGGI… 10 maggio. Una rete annullata può fare la storia…

Una rete annullata può fare la storia. Tanto quanto una convalidata. È il 10 maggio di 43 anni fa, terzultima giornata del campionato 1980/81. Stadio Comunale di Torino. Contro la Juventus la Roma si sta giocando uno scudetto impensabile fino a un anno prima. La partita dell’anno è una brutta partita. Vista l’importanza dei punti in palio, la cosa non stupisce affatto. I giallorossi giocano senza timore, anche perché non hanno molto da perdere, ma calcio vero se ne vede davvero poco. A un quarto d’ora dalla fine la Roma, in superiorità numerica per l’espulsione di Furino, tenta il tutto per tutto. Al termine di un’azione manovrata il difensore Maurizio Turone segna di testa. Per un attimo gli spalti raggelano, l’arbitro pare aver convalidato. Poi… si alza la bandierina del guardalinee: fuorigioco. Una storia di calcio che nella Capitale è diventata epopea della recriminazione.

A 18 minuti dalla fine, avviene l’episodio per cui la partita è consegnata alla storia. Lancio dalla trequarti di Bruno Conti per Pruzzo a centro area. L’attaccante giallorosso anticipa Prandelli e di testa rifinisce in avanti dove ci sono due compagni pronti a ricevere. Il primo ad avventarsi sulla palla è Turone, uno che di solito i gol non li fa: li evita nella propria area. La conclusione di testa finisce in rete e Bergamo convalida, ma il guardalinee, il sig. Sancini di Bologna, alza la bandierina. Fuorigioco e gol annullato. Difficile stabilire la posizione di Turone, che lì per lì appare regolare. Un dubbio però c’è: se l’arbitro Bergamo – come si dirà per anni – convalida, perché Pruzzo osserva l’arbitro appena la palla entra in rete e subito si arrabbia con lui? Dalle immagini si può notare che il Bomber non ha lo sguardo rivolto verso Sancini, dunque non può vedere l’alzata della bandierina. A Roma sponda giallorossa “er gò de Turone” diventa a suo modo un simbolo: quello del potere delle squadre del nord, in particolare quello della Juventus, accusata di arrivare sempre all’obiettivo. Con le buone ma soprattutto con le cattive maniere, quando serve.

BRUTTO COLPO — Lo 0-0 di Juve-Roma non decide lo scudetto ma per la Roma è comunque un brutto colpo. Oltre al presunto sgarbo arbitrale, alla lunga si fanno sentire i troppi pareggi contro squadre più deboli: tutti punti persi per strada che poi fanno la differenza. Anche perché, una settimana dopo la Juventus va a vincere a Napoli e poi regola la Fiorentina in casa all’ultima giornata. I giallorossi faticano a battere la Pistoiese in casa e poi pareggiano ad Avellino. Tutti risultati indipendenti da “er gò de Turone”. Per lo scudetto nella Capitale bisognerà attendere altri due anni. Ma nemmeno il Tricolore 1982-83 riuscirà ad addolcire l’amaro in bocca a chi ritiene, a torto o a ragione, di aver subìto un grave furto quel 10 maggio di 40 anni fa.

(fonte: GAZZETTA DELLO SPORT)


STAGIONE 1980/1981 – XXVIII Giornata
Torino, Stadio Comunale – 10 maggio 1981

JUVENTUS – ROMA 0-0

JUVENTUS: Zoff, Cuccureddu, Cabrini, Furino, Gentile, Scirea, Marocchino (36’st Verza), Prandelli, Causio, Brady, Fanna.
In Panchina: Bodini, Brio, Osti, Galderisi.
Allenatore: Trapattoni.

ROMA: Tancredi, Spinosi, Maggiora, Turone, Falcao, Bonetti, Conti, Di Bartolomei, Pruzzo, Ancelotti, Scarnecchia.
In Panchina: Superchi, De Nadai, Santarini, Rocca F., Faccini.
Allenatore: Liedholm.

Arbitro: Bergamo di Livorno.


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