ROMA-BOLOGNA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Botta forte, brutta, direi comunque non del tutto inaspettata.
Non so se il Bologna sia più forte della Roma. So però che è nel classico anno in cui qualunque cosa ti gira a favore: dai rimpalli alle rovesciate, passando per le prestazioni “iper” di alcuni – non ce ne vogliano – scarti di altre squadre.
Pronti via e il protagonista è chi non dovrebbe esserlo mai: Fabio Maresca, arbitro della sezione di Napoli. Zirkzee da rosso per un colpo a Paredes a palla lontana: diventa giallo per entrambi e palla al Bologna.
La Roma, stanca in molti elementi, con Abraham come non fosse in campo, sente subito puzza di bruciato e s’innervosisce: l’atteggiamento indisponente del fischietto ha profonde radici; sarebbe bello poter pensare si tratti solo di campanilismo, con i diffidati Paredes e Llorente che salteranno la sfida col “suo” Napoli.
Dicevamo che al Bologna riesce tutto, a partire dalla rovesciata di El Azzouzi, che pensa “bene” di fare un’esultanza provocatoria sotto la Sud, scatenando la fisiologica reazione dei romanisti: ovviamente nessun provvedimento per lui dall’Ineffabile Ciuffo.
I giallorossi si sono nel frattempo mangiati l’1-0 (El Shaarawy) e l’1-1 (Paredes): avremmo visto un’altra partita così come se si fosse capita l’importanza di andare all’intervallo sotto di una sola rete.
Retaggi di vecchi allenatori (Spalletti) per De Rossi: che senso ha aspettare 5′ della ripresa prima di togliere Abraham? Al primo stop fallito dall’inglese, il tecnico romanista chiama immediatamente Azmoun: per me serve sempre sfruttare la sostituzione nell’intervallo per preservare una finestra-cambi nel corso del secondo tempo.
Il calcio è spesso banale nella sua semplicità; bastano 3′ ad Azmoun per bucare il Bologna e riaprire, pur per poco, la contesa.
Goal di volontà: in attesa di Lukaku (capito l’importanza di Big Rom in questa squadra?) lo scorcio di Udine e la difficile trasferta di Napoli non possono che vedere l’iraniano in campo.
Ingenui sullo 0-2, non meno sull’1-3; siamo in fase di attacco ma mancano 25′ più recupero al termine: imperdonabile farsi infilare così, pur se la giocata di Zirkzee è di qualità.
Disattenzione generale, troppo stretto al centro Llorente col nefasto (già un anno fa, col Milan) Saelemaekers pronto ad approfittarne.
Finisce, in sostanza, lì: entra Baldanzi ma continuo a nutrire forti dubbi sulle potenzialità
a grande livello dell’ex Empoli; avrebbe l’opportunità di riaprirla nel finale Pellegrini, ma il tiro del capitano è alto di poco.
Con eventuali tre punti ieri, a Udine non sarebbe stato da disdegnare un eventuale pareggio: ora i venti minuti che mancano andranno giocati con la necessità di vincere, considerando gli incroci di coppa e il trittico di campionato Napoli-Juventus-Atalanta.