Pinto: “È la mia Roma”
(IL TEMPO) Dopo l’addio alla Roma è tornato a parlare Tiago Pinto. L’ex General Manager giallorosso ai microfoni di Sky Sport ha voluto spiegare le motivazioni riguardanti le sue dimissioni, oltre a svelare alcuni retroscena riguardo il rapporto con Mourinho. “A fine giugno, dopo la finale di Tirana e l’infortunio di Abraham è stata la prima volta che ho pensato di essere arrivato al limite delle mie capacità e di lasciare la Roma, poi mi sono ripreso e abbiamo fatto un buon lavoro in estate. Non è mai sbarcato un giocatore nella Capitale senza l’approvazione di José, ma ovviamente sarei bugiardo se dicessi che tutti quelli che sono stati acquistati erano le prime scelte. Lui sa benissimo che in due anni e mezzo gli sono stato leale, così come ai Friedkin e al progetto”.
Così l’ex Benfica ha accolto il nuovo tecnico. “A De Rossi ho spiegato che avrebbe potuto contare su di me fino alla fine, ma che la mia decisione non sarebbe cambiata. Abbiamo un buon rapporto, ha capito come sono fatto, bravo o scarso, sono una persona fida-ta. Mi ha sorpreso la consapevolezza che ha di quanto costa essere allenatore, ma sta facendo molto bene, sia con i risultati che nella valorizzazione della squadra”.
E proprio su quest’ultimo argomento si è voluto soffermare Pinto, sottolineando il valore della rosa della Roma, quasi come se fosse una sua «eredità»: “Oggi tutti sono convinti della qualità dei giocatori giallorossi, sono felice di aver preso Dybala, ma sono molto orgoglioso di aver portato a parametro zero tre tesserati come N’Dicka, Aouar e Svilar che insieme valgono 100 milioni di euro. Con tutte le limitazioni che abbiamo avuto ci siamo mossi bene sul mercato, nonostante gli errori. Ci sono due ragazzi del settore giovanile che hanno giocato più di 200 gare con il club, abbiamo rinnovato tanti big”.
Un’esperienza di due anni e mezzo che ha visto anche errori di valutazione. “Ci sono stati acquisti che non sono andati bene come Shomurodov o Renato Sanches”.