Paredes: più Pizarro o più De Rossi?
di Frano Bovaio – In un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport il 7 novembre del 2016, durante la sua prima esperienza alla Roma, a precisa domanda Leandro Paredes rispose: “Io il nuovo Pizarro? Ci sto provando. Cerco di migliorare in quel senso, perché è quello che chiede Spalletti”.
Oggi, 23 marzo 2024, nella corso della sua seconda esperienza alla Roma, il “romapatico” si sente di dire che i miglioramenti in quel senso ci sono stati. Soprattutto da quando è arrivato De Rossi, che con Pizarro ci ha giocato insieme, formando una coppia che tutta la Serie A (e non solo) ci invidiava, perché insieme erano davvero il braccio, la mente e l’altra mente della squadra. Dove il solo ruolo di mente toccava a Pizarro, mentre quello congiunto di braccio e mente era tutto del nostro DDR, che non era solo un giocatore di rottura, ma anche di costruzione. Un centromediano all’argentina, di quelli che si piazzano davanti alla difesa per rompere il gioco degli avversari e che, appena riconquistata la palla, cominciano subito ad impostare quello della proprio squadra.
La stessa cosa che sta provando a fare Paredes da quando è tornato alla Roma. Dove ha preso quel numero 16 che era stato di De Rossi, con tanto di benedizione di quest’ultimo, che a quei tempi non era ancora il suo allenatore.
Dunque ci chiediamo (e vi chiediamo): il Paredes attuale è più Pizarro o più De Rossi? Confessiamo che stiamo ancora cercando la risposta giusta, anche se nell’un caso e nell’altro per la Roma andrebbe comunque benissimo. Perché se l’argentino diventasse come uno dei due “mostri sacri” del centrocampo della prima Roma di Spalletti significherebbe che sarebbe diventato definitivamente quel campione che tutti pronosticavano che sarebbe diventato quando era giovane e la Roma puntò forte su di lui. E il “romapatico” ne sarebbe strafelice. Primo per la sua Roma, secondo perché per Paredes ha un debole, visto che gli ricorda calcio e atmosfere argentine in salsa Boca.