RASSEGNA STAMPA

Svilar strega il Feyenoord

(LEGGO) Rigori benedetti, almeno una volta. Dopo Siviglia, Liverpool e Arsenal, la Roma gode dal dischetto grazie ai miracoli di Svilar e alla freddezza di Cristante, Zalewski, Aouar e Paredes. A cadere è ancora il Feyenoord, per la terza volta in tre anni. A godere De Rossi che va agli ottavi con merito. La partita si mette subito male. Dopo 5 minuti un errore in uscita di Karsdorp e una carambola in area fa finire il pallone sulla spalla di Gimenez che sblocca la partita. La Roma accusa il colpo nei primi minuti e rischia pure lo 0-2 evitato da una parata di Svilar sempre su Gimenez. Poi sale in cattedra Pellegrini che insieme a Dybala prova a riportare brillantezza oltre il centrocampo.

La perla del capitano arriva al 15’: palla di El Shaarawy e tiro sotto il sette di Lorenzo che fa esplodere l’Olimpico. A quel punto a prendere il pallino del gioco è la squadra di De Rossi che tuttavia sbatte spesso sul muro olandese e sugli errori dell’arbitro Manzano che non vede (e non va a rivedere) un fallo in area di Stengs su El Shaarawy. Una direzione quella dello spagnolo che lascia molti dubbi anche per l’interpretazione di diversi scontri di gioco. Nella ripresa, dopo diversi tentativi vani e un tiro di Dybala respinto sul più bello, l’occasione giusta arriva sui piedi di Lukaku a un soffio dalla fine ma Hancko gli sbarra la strada.

Si va ai supplementari, come un anno fa. Con i 67 mila dell’Olimpico che cantano di nuovo Roma, Roma, Roma. Ma stavolta l’energia non è la stessa di quella sera di marzo e nel primo tempo il Feyenoord staziona stabilmente oltre la metà campo. De Rossi toglie prima Dybala, poi Spinazzola. E nell’ultimo tratto di gara prova a non soccombere e si prende il round prima trovando anche due spunti in attacco con i subentrati Angelino e Baldanzi non sfruttati da Lukaku e Zalewski. Poi proprio Big Rom ha l’occasione dei sogni ma trova il miracolo del portiere. Si va ai rigori, come a Budapest. Paredes sblocca subito, poi sbaglia Lukaku. Ma c’è Svilar. E l’ Olimpico canta.