Roma-Feyenoord. De Rossi: “Ci siamo tolti di dosso un po’ di fatalismo”
Mister De Rossi al termine dell’incontro si è presentato ai mocrofoni di SKY SPORT rilasciando le seguenti dichiarazioni:
Da dove vogliamo partire?
“Era la mia prima notte europea all’Olimpico da allenatore ed è bello che sia finita così. Vittoria meritata soprattutto per quanto fatto nel primo tempo. È il modo più bello per vincere per i nostri tifosi, molto romanista e al cardiopalma. Ci siamo scrollati un po’ di fatalismo e quei ‘Mai una gioia’. Iniziamo a cambiare pagina anche sotto questo punto di vista, spesso vinciamo anche noi. Sono contento, bella squadra e grande stadio”.
Svilar ha dimostrato di avere veramente i nervi saldi.
“È precoce ma è forte, soprattutto di testa. È supportato dalla squadra e abbiamo grande fiducia in lui. E’ supportato anche da Rui Patricio che è un uomo meraviglioso. Non è solo fortuna, ma poi c’è il momento e i nervi sui rigori, è stato veramente bravo”.
Su Pellegrini?
“Giusto che si tolga queste soddisfazioni, è giusto che ci sia il suo nome in questa bella serata. Nello spogliatoio ho detto che è presto esagerare con i festeggiamenti perché non sono neanche gli ottavi. Pellegrini ha vissuto momenti in cui veniva messo in discussione e questo mi dispiace perché è un esempio e un grande giocatore”.
La corsa sotto la Curva diversa da quelle che hai vissuto?
“È un ringraziamento allo stadio. Mi vergogno ad andare sotto la Sud ora, da giocatore era più automatico, non vorrei esagerare ma questa gente andava ringraziata. Al nostro arrivo hanno tirato su il pullman. C’è un affetto gigante da sempre, cerco di essere più freddo e moderato. Mi trattengo per non saltare sul cancello come facevo da calciatore, anche perché ora non ce la farei”.
A che punto siamo con il lavoro?
“Sono stracontento per quello che vedo, considerando anche il poco tempo che abbiamo avuto. Abbiamo tante cose da fare e da perfezionare. Nel primo tempo meritavamo di stare ampiamente in vantaggio”.
La Roma non vinceva ai rigori all’Olimpico dal 2002, in Coppa Italia contro la Triestina, si ricorda chi calciò il primo rigore?
“Non mi ricordavo fosse il primo. Quella nella mia testa era più importante di questa partita, erano una delle prime partite e dovevo decidere se alzare la mano e tirare fuori gli attributi o rimanere a guardare. È stata la prima conferma a me stesso, quella era la mia finale di Champions. Oggi avevamo dei rigoristi pronti a battere l’ultimo rigore e non è scontato. Angelino voleva batterlo, ma lo hanno tirato altri. Quando tutta la squadra vuole batterlo è un grande segnale”.
Avete giocato meravigliosamente il primo tempo, ma non siete durati per 90′. C’è bisogno di tempo o è una questione fisica?
“Ogni partita ha la sua spiegazione ma è vero. Certo, non dimentichiamoci che abbiamo giocato contro una squadra con ottimi giocatori. Abbiamo speso tanto a livello fisico soprattutto nella prima frazione. Dobbiamo lavorare sul riuscire a tenere il campo anche mentalmente. Un pochino di benzina e tanta voglia ce l’avevamo ancora, per esempio con Lukaku su cui il portiere ha fatto un miracolo”.