ROMA, CI PENSA PAULO III
di MIMMO FERRETTI – La partita numero 8 della gestione De Rossi, si chiude per la Roma con un’altra vittoria (3-2) contro il Torino che consolida le ambizioni giallorosse di Grande Europa. Un’occhiata al rendimento casalingo in campionato dei giallorossi, con DDR alla guida: 4 gare, 3 successi e una sconfitta contro l’invincibile Inter. Con una media punti complessiva di 2,14 a gara. L’Olimpico, insomma, continua ad essere un fattore determinante. Mattatore della serata Paulo Dybala, autore di una tripletta. Complimenti. Roma in difficoltà nella prima frazione poi, trascinata dal campione del mondo, molto più a suo agio. Era complicato superare il Toro, terza difesa del campionato, con le gambe pesanti eppure il gruppo di DDR ha piazzato la tripletta firmata Dybala e ha messo in cassaforte altri tre, pesantissimi punti.
Rispetto alla squadra che giovedì scorso ha eliminato il Feyenoord dall’Europa League, De Rossi in avvio si presenta con un sistema di gioco diverso, cioè con la difesa a tre nella quale spicca Smalling al centro, titolare dopo 217 giorni. Lukaku parte dalla panchina, Dybala va in campo con Pellegrini e Azmoun.
Palo a botta sicura di Kristensen in avvio di gara poi Roma in vantaggio su calcio di rigore con Dybala a pochi minuti dalla fine del tempo (fallo di Sazonov su Azmoun). Pareggio praticamente immediato di Zapata, con un colpo di testa ad anticipare Mancini. Partita molto tatticizzata, con la Roma troppo di frequente poco intensa e senza quella fluidità di manovra ammirata nelle precedenti esibizioni. Complessivamente meglio il Toro, più a suo agio sul piano del palleggio e delle coperture difensive preventive.
Primi tre cambi in Casa Roma, dopo un’ora abbondante di gioco e dopo la seconda, splendida rete di Dybala (magia di sinistro da 25 metri): dentro Spinazzola, Bove e Lukaku per Angelino, Paredes e Azmoun. Una manciata di minuti con questi nuovi uomini e terza rete della Roma, ancora con Dybala dopo una triangolazione in area con Lukaku, entrato molto bene. Roma nella ripresa con tutto un altro passo e altre geometrie rispetto alla prima parte di gara. Fuori dopo 78 minuti Smalling, dentro Huijsen: un buon rientro, quello dell’inglese. Huijsen trova la maniera per firmare un’autorete e complicare psicologicamente la fase finale della partita. Nulla di più. Anzi no: dentro pure Renato Sanches. Alè.