ROMA-ATALANTA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Nel primo tempo passavano i minuti e il pensiero era uno solo: “Sembra la partita dello scorso anno”, che hai perso anziché vincere con tre goal di scarto.
Roma raffazzonata è dir poco: siamo arrivati a Kristensen centrale di destra (poi di sinistra), evidentemente meno peggio di Celik.
Ma la squadra di ieri è una delle migliori della stagione: corta, fisicamente in palla, meriterebbe ben più dello 0-1 iniziale, subìto per la non nuova disattenzione difensiva di Karsdorp.
Dybala sta bene; Lukaku ripulisce mille e più palloni: ci fosse, sulle due fasce, almeno un esterno abile a servirlo con un cross come si deve…
In mezzo al campo spicca la prova di Bove, sempre bravissimo nel recuperar palloni, vicino al goal in almeno un’occasione, servito da un Pellegrini ancora lontano da quello di due anni fa ma sui buoni livelli della gara col Napoli.
Cristante fa la solita partita di sostanza, perdendo però un pallone sanguinoso che poteva costare lo 0-2: bravo Rui Patricio, che non mi era parso irreprensibile in occasione dello svantaggio.
Dietro, Mancini regala una prestazione commovente: non si allena da settimane, gioca sul dolore ma offre una prova di grinta e anticipi, a comandare una difesa sempre più originale.
Anche Llorente infatti – altro di quei giocatori spesso alle prese con noie muscolari – deve alzare bandiera bianca.
Ecco allora Huijsen, diciottenne in prestito dalla Juventus. L’impressione? Che Mourinho i calciatori li veda ancora molto bene.
Prima palla toccata dal giovane olandese: verticalizzazione per Lukaku. Ne fa sei/sette nel corso della ripresa, con una sola non precisa al millimetro.
Vista la situazione della retroguardia romanista, probabile che le giochi tutte da qui a fine stagione: delittuoso, solo, preparare un calciatore al suo futuro juventino.
Aureliano, imbarazzante: inadeguato al livello della partita, sbaglia da entrambe le parti ma penalizzando sicuramente di più la Roma. Djimsiti, che andava espulso, finisce la partita senza nemmeno il giallo.
Il difensore atalantino si infortuna anche, nel finale di partita: entra Palomino, che lo scorso aprile – con un intervento assassino – impedì a Dybala di giocare parte del finale di campionato.
Forse, anche per questo, Mourinho non aspetta molto a sostituire l’argentino: ultimi minuti per un ottimo El Shaarawy, a differenza di uno Spinazzola anche volitivo ma che pare, almeno a Roma e a un certo livello, non aver più nulla da dare.
Si chiude il girone di andata: brutta posizione, pochi punti in classifica ma quarto posto a 4 punti e quota Champions che appare più bassa rispetto agli ultimi anni.
Certo, la Roma – dai problemi di rosa alle incertezze sul futuro – non fa comunque dormire sonni tranquilli ai propri tifosi.