MILAN-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Sconfitta, purtroppo, annunciata. Inizio buono, potenziali occasioni offensive ma, dopo 10′, segna il Milan. Un grande classico di tante Roma – anche molto più forti di questa – a San Siro.
Mourinho cambia diversi interpreti rispetto a mercoledì e qualcosa si vede, perlomeno nell’intensità: Spinazzola arriva addirittura a impensierire Maignan, dopo prestazioni in Serie A a dir poco opache. Tanti, troppi cross sono sempre sbagliati ma, ripeto, rispetto ad altre circostanze…
La Roma, dicevo, prova a pressare – almeno in parte – alta: il Milan non si difende come la Lazio e ne viene fuori quindi una prova godibile, per chi la guarda con animo disinteressato.
Fraseggio, nemmeno troppo rapido dei rossoneri; Paredes va in giro a marcare chissà chi, Kristensen fuori ruolo fa un’uscita da calciatore fuori ruolo e Adli mette la freccia.
Le occasioni migliori capitano spesso a chi ha i piedi meno educati: Celik impegna Maignan; poi, si dribbla da solo in area, sprecando l’ennesima potenziale opportunità di una squadra dai troppi giocatori mediocri.
Mancini, era anche questo atteso, prende il giallo “sfruttando” le difficoltà fisiche che gli avrebbero fatto saltare il Verona: secondo tempo con Cristante libero e Pellegrini mezzala.
Sarà la necessità di adattarsi al cambio, sarà che il Milan spinge, sarà che la Roma ha preso miriadi di goal a inizio ripresa ma, dal 46′, si percepisce che il 2-0 è solo questione di minuti.
Arriva anche qui in modo imbarazzante, con milanisti solo in area, liberi di fare ciò che meglio credono: il goal subìto porta anche al giallo per il diffidato Cristante, piovendo sul bagnato.
La Roma sussulta dopo l’ingresso di Belotti: El Shaarawy non funziona da seconda punta e rende davvero, quasi esclusivamente, quando subentra dalla panchina.
Lukaku beneficia di un altro attaccante di peso ed entra in partita: calcia solo in fuorigioco ma inizia con diverse buone sponde, tra cui quella che consente a Pellegrini di guadagnarsi il rigore che riapre la partita.
E la Roma ci prova, salvo veder frustrato il forcing finale dal 3-1 rossonero, roba da allenamento del giovedì: Zalewski fresco e appena entrato non segue al meglio il triangolo Hernandez-Giroud, col francese che, di tacco, beffa un incolpevole – solo per dove è costretto a giocare – Kristensen.
Finisce la partita; la classifica è brutta ma emendabile; il momento, però, richiederebbe presenza dirigenziale, vista anche la squalifica dell’allenatore: ai microfoni si presenta il generoso Belotti.
Con la stagione ancora tutta da giocare, auspico sia uno scherzo di cattivo gusto il solo pensare a un esonero di Mourinho: anche perché a quel punto, tolto il parafulmine, i tifosi andrebbero poi a cercare altrove le (vere) responsabilità.