Finalmente capitan presente, nell’Olimpico orfano di Mou è nata la Roma di De Rossi
(LA REPUBBLICA) Quanto è strano questo futuro che arriva addosso tutto insieme come il vento freddo da est, l’insolito grecale dentro un pomeriggio bislacco. Un futuro così pieno di ieri. L’uomo con le mani in tasca e la giacca scura se lo lascia sbattere in faccia, ha capito di dover essere finalmente un Capitan Presente, domani non c’è mai stato, ieri non c’è più anche se riempie tutto, troppo. Daniele De Rossi ha questo destino. Prima di lui, Totti. Prima di lui, Mourinho. Ora vorrebbe prendersi una cosa soltanto sua, una stanza tutta per sé. E la famosa seconda carriera che, da calciatore, Daniele si rammaricava di non poter dare alla sua Roma. Eccola, invece. La vita ha sempre più fantasia di noi. Tornò, ricomincio, lo amarono, vinse.
Il futuro di De Rossi è un passato remoto dentro un domani lontanissimo. Due a uno al Verona, bel primo tempo svelto e nuovo, secondo tempo più timoroso e lento. Lo stadio fischia i giocatori (non tutti, quasi), canta il nome di Mou. Il primo tempo scivola quasi tutto così, un omaggio, un canto antico, un commiato triste. Poi si comincia a cantare per De Rossi, il quale alla fine correrà sotto la curva e farà ciao con la mano, l’identico gesto di chi arriva e di chi parte. (…)