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EDITORIALE. Quando sventolano le bandiere volano via gli ombrelli

La partita contro il Verona ci lascia, oltre a tre punti fondamentali per la stagione, una grande dimostrazione di amore e appartenenza. Una tragedia in tre atti per chi è a digiuno di cose romaniste; una pagina da conservare nella memoria per chi invece vive il calcio e la Roma in maniera forse un po’ datata ma ancora possibile.

L’abbraccio dell’Olimpico a Josè Mourinho mette un punto alle tante voci e opinioni sul rapporto tra il tecnico portoghese e il popolo giallorosso. Nell’Olimpo romanista, composto da coloro che ancor prima di condurci alla vittoria hanno saputo rappresentare i nostri valori e il nostro essere, Josè c’è, così come c’è Daniele De Rossi. Il tributo riservato al nuovo tecnico, non a caso, è coinciso con la fine della luna di miele tra l’attuale proprietà e la parte più calda dello stadio. L’aver riportato a Trigoria uno dei figli più amati della Capitale, a differenza di quanto potrebbe sembrare, non è di certo una mossa di comodo perché, come ci ha ricordato l’Olimpico sabato scorso, è proprio quando le condizioni diventano più avverse che le bandiere sventolano mentre gli ombrelli volano via.

Un’assunzione di responsabilità da parte di Dan Friedkin, chiamato a dare sostanza al suo nuovo progetto a cominciare dalla nomina del nuovo Direttore sportivo.