STORIA DI IERI di Diego AngelinoCOPPA ITALIATOP

ROMA-CREMONESE. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Alla fine, la gara secca è sempre una roulette, che non si premura troppo di chi, tra i due contendenti, punti sul rosso o sul nero.

È così che la Roma offre di nuovo, alla sua recente bestia nera (solo l’ultima, in ordine cronologico, nella nostra storia), l’illusione di poter fare un nuovo colpaccio.

“Meno male” non aver preso Bonucci; c’è Cristante a fare il difensore e centrale: così come a Genova con Retegui, si dimentica l’uomo e gli avversari segnano.

Ma all’infaticabile Bryan – come scrivemmo già dopo il tracollo ligure – nulla davvero si può rimproverare, per tutto quello che dà alla Roma.

Sei sotto anche perché, al solito, non segni quando dovresti: Belotti prima calcia in curva, poi addosso a Jungdal da due passi.

Pellegrini, invece, si vede respingere dal portiere avversario una punizione, poi centra la traversa inferiore da posizione invitante.

0-1 all’intervallo, fischi giusti e subito tre cambi per provare a dare una scossa anche a qualche compagno che appare piuttosto sottotono, vedi Lukaku.

Pairetto Junior ammonisce tutti: meglio evitare rischi, quindi fuori due difensori già finiti sul taccuino dei cattivi.

Una difesa a 4 composta da Karsdorp-Kristensen-Cristante-Zalewski pensi di non vederla nemmeno in ritiro a luglio, contro i boscaioli.

Il quartetto è invece frutto di inadeguatezza dirigenziale (di poche ore fa la notizia dell’addio prossimo di Tiago Pinto) e societaria, che costringe un allenatore da 26 trofei in carriera a giocarsi un turno di coppa in queste originali condizioni.

Fatto sta che bisogna attendere Azmoun per avere la scossa che serve: palla di prima importante dell’iraniano per Lukaku, che al di là della prova opaca continua a buttarla dentro che è un piacere.

Eravamo rimasti che Azmoun, per importanti e condivisibili prese di posizione, non sarebbe più andato in Nazionale: ci troviamo col fatto che vada invece in Coppa d’Asia, tra l’altro dopo lavoro diplomatico per averlo almeno fino al derby di Coppa Italia.

Nella Roma iperoffensiva della ripresa c’è spazio anche per Spinazzola, dentro appena ammonito Karsdorp.

Chissà che il rigore, netto, guadagnatosi non sia l’ultimo regalo della sua avventura in giallorosso, considerando che il suo contratto non sarà rinnovato e pare ci siano sirene arabe già per questo gennaio.

Il sinistro di Dybala chiude la questione – peccato non aver legittimato ulteriormente con El Shaarawy, a porta vuota – e manda l’incerottata Roma ad affrontare il terribile trittico Atalanta-Lazio-Milan nel giro di sette giorni.

Mancano i giocatori, Pinto va via, nomi che fanno tremare i polsi vengono rilanciati come possibili DS o futuri sostituti dell’allenatore.

Mai come oggi, guardare solo ed esclusivamente al presente, a Mourinho e al suo essere baluardo e leader: perché davvero, per la Roma, di doman non c’è certezza.

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