STORIE GIALLOROSSE di Franco BOVAIO

STORIE GIALLOROSSE… Altro che dodicesimo!

Giuseppe Zinetti aveva passato una vita nel Bologna, che lo aveva fatto crescere, esordire in A, ripudiato e poi richiamato a difendere i suoi pali. A parte due parentesi, aveva giocato in rossoblu dal 1974 al 1987 ed era entrato nella storia della squadra. Ma con l’arrivo in panchina di Maifredi tutto cambia, perché per il mister Zinetti non ha i piedi adatti per il suo gioco a zona. Così “Zino”, come lo chiamano tutti sotto le due torri, va a Pescara, dove un altro allenatore “zonista”, Galeone, lo trova, al contrario, molto affidabile. E proprio l’affidabilità, unita all’esperienza, è la dote che nel 1990 spinge la Roma ad acquistarlo per fargli fare il vice di Cervone-portierone.

“Zino” arriva nella capitale consapevole del suo ruolo di dodicesimo, ma il destino lo aiuterà ad entrare tra i protagonisti giallorossi di quei primi anni ’90. In tre stagioni, infatti, colleziona 30 presenze in campionato (con 32 gol al passivo) per via dei guai fisici di Cervone e tra queste c’è anche quella in un derby finito 1-1 (uno dei tanti di quei tempi chiusi con questo punteggio) nel quale sfoggia parate su parate salvando il pari per la Roma. Nella stagione 1990-91 gioca anche entrambe le gare del secondo turno e degli ottavi di una memorabile Coppa UEFA (che poi sarà scippata ai giallorossi dall’Inter in finale) e, nella stessa stagione, vince la Coppa Italia. Proprio il secondo torneo nazionale, nel 1992-93, lo vedrà poi protagonista di una delle vicende più assurde che possono capitare a chi fa il secondo portiere. Allo scadere della semifinale di ritorno Milan-Roma, sull’1-0 per i rossoneri, Cervone para a Papin il rigore che poteva portare la partita ai supplementari (all’andata la Roma aveva vinto 2-0) e i giallorossi si qualificano per la doppia finale con il Torino. Ma al termine dell’incontro si scatena il finimondo e sia Cervone che Zinetti vengono espulsi e, di conseguenza, squalificati per le due gare contro i granata. Che beffa per “Zino”, che perde così l’occasione di vivere da protagonista l’epilogo di un torneo che (senza nulla togliere al terzo portiere, il ragazzino Fimiani, che all’improvviso si ritrova titolare) con lui tra i pali sarebbe potuto andare diversamente. Perché, tra alti e bassi, Zinetti era comunque un buon portiere. Di sicura esperienza e affidabilità.

(Rubrica a cura di Franco BOVAIO)

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