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JUVENTUS-ROMA. Mi ritorni in mente…

06/05/2001 Juventus-Roma 2-2… La notte del terzo scudetto

Seppur scucito alla Lazio di Sergio Cragnotti il terzo scudetto giallorosso fu prelevato, come giusto che fosse, al Delle Alpi di Torino, contro la Juventus, il 6 maggio del 2001.

A sei giornate dal traguardo il primato della squadra di Fabio Capello sembrava vacillare non tanto per questioni di campo o classifica ma per il riaffacciarsi di vecchi fantasmi rievocati dal derby giocato la settimana precedente.

Contro i biancocelesti, nella bolgia dell’Olimpico, la Roma di capitan Totti aveva infatti perso l’occasione di dare uno strappo decisivo nella corsa a quel titolo ancora per poco affisso sulla maglia dei cugini, non sfruttando l’inaspettato mezzo passo falso della Juve a Lecce. Sarebbe stato tutto troppo perfetto per essere vero, infatti al doppio vantaggio romanista firmato da Gabriel Batistuta e Marco Delvecchio ad inizio ripresa risposero prontamente Pavel Nedved al 78′ e tale Lucas Martín Castromán ben oltre la fine del tempo regolamentare.

Dal sogno di veder trionfare la Roma contro i due più acerrimi avversari, in un colpo solo, all’incubo di vedersi scippare il tricolore da uno per mano dell’altro il passo è breve, specialmente quando ci sono di mezzo i nostri colori.

In quei giorni i mille diversi stati d’animo della gente romanista produssero un unico risultato: una corsa al biglietto senza esclusione di colpi a cui seguì l’ennesimo esodo di una trionfale stagione. Poco meno di 4.000 i tagliati inviati nella Capitale, circa 10.000 i cuori giallorossi arrivati sotto la Mole con diversi mezzi e variegati titoli di accesso allo stadio.

Fischio d’inizio alle ore 20,30 al termine di una giornata complicata sia dal punto di vista della logistica, con una Torino blindata quanto inospitale, sia climatico per l’alternarsi di diverse condizioni meteo. Tra queste ultime, nella memoria, la sensazione più nitida resta il gelo calato sul settore ospiti una volta chiaro che la Roma aveva cominciato la partita esattamente nello stesso modo in cui aveva chiuso la stracittadina 7 giorni prima: il peggiore.

Solo sei giri di orologio e Antonioli, sconsolato, raccoglieva per la seconda volta il pallone nella sua porta. Di Alex Del Piero, su colpo di testa al 4′, e Zinedine Zidane con un destro dal limite le reti del doppio vantaggio bianconero. Vedere Francesco Totti provarci dalla distanza per scuotere i compagni e poi l’arbitro Braschi negare un rigore a Delvecchio abbattuto in area, costituiva una timida reazione per alcuni, scontati passaggi di un copione già scritto per i più.

Di certo non per Fabio Capello, condottiero di quella squadra e allenatore da sempre poco avvezzo a certi romanismi. Dopo aver mandato in campo Vincenzo Montella a inizio ripresa, seppur in precarie condizioni fisiche, al minuto 60 Don Fabio fa la sua mossa: fuori Francesco Totti e Cristiano Zanetti, dentro Hidetoshi Nakata e Marcos Assunçao, gettati nella mischia grazie a una fresca sentenza federale sull’utilizzo dei 5 extracomunitari tesserabili.

Il cambio non sembrò sortire particolari risultati fino al minuto 79 quando il giapponese ruba palla a Tacchinardi nel centrocampo, avanza di qualche metro e lascia partire un destro potente e preciso che non lascia scampo a Van Der Sar. La perla di Hide scuote i compagni ma ancora di più i tifosi sugli spalti. I diecimila al seguito alzano i decibell e i giallorossi avanzano il baricentro mentre mister Ancelotti si copre inserendo Conte e Ferrara.

Proprio quando il quarto uomo alzava la lavagna mostrando i minuti di recupero Nakata invita Candela a scendere sulla sinistra, il francese prova a metterla al centro ma il suo traversone viene ribattuto e quindi ripiega di nuovo sul centrocampista. Il Beckham del Sol Levante, invece di mettere la sfera al centro, lascia partite una sciabolata da oltre 20 metri. Il portiere olandese ci mette le mani ma non trattiene la palla che resta sospesa a mezz’aria. Ad avventarsi sulla sfera sono tutti i tifosi romanisti, allo stadio come davanti al televisore, primo a raggiungerla in ordine cronologico è Vincenzo Montella. L’areoplanino insacca il gol decisivo e decolla verso un settore ospiti in delirio.

Gli “Olè” che accompagnarono l’ultimo palleggio romanista prima del triplice fischio, come la successiva ora al chiuso del Delle Alpi, restano ufficialmente le prime celebrazioni del terzo scudetto della nostra storia.


TABELLINO
JUVENTUS ROMA 2-2
RETI: 4’pt Del Piero, 6’pt Zidane, 34’st Nakata, 46’st Montella.

JUVENTUS (4-3-1-2): Van Der Sar, Tudor, Juliano (44′ st Ferrara), Montero, Pessotto, Zambrotta, Tacchinardi, Davids, Zidane, Inzaghi (39′ Kovacevic), Del Piero (34′ st Conte).
In Panchina: Carini, Paramatti, O’Neil, Trezeguet.
Allenatore: Ancelotti.

ROMA (3-4-1-2): Antonioli, Zebina, Samuel, Aldair, Cafu, Tommasi, C. Zanetti (14′ st Assuncao), Candela, Totti (14′ st Nakata), Batistuta, Delvecchio (1′ st Montella).
In Panchina: Lupatelli, Rinaldi, Mangone.
Allenatore: Capello.

Arbitro: Braschi di Prato.
NOTE: Angoli: 3-2 per la Juventus, Recupero: 1′ e 5′, Espulsi: 45′ st Tacchinardi e Assuncao per reciproche scorrettezze; ammoniti: Delvecchio per proteste, Tacchinardi per comportamento antiregolamentare, Juliano, Pessotto, Kovacevic, Candela e Cafu per gioco scorretto; spettatori: 65.000 circa.



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