BOVE “Difficile descrivere le emozioni che provo quando vesto la maglia della Roma”
Il giovane giallorosso Edoardo Bove ha rilasciato un’intervista ai canali di Starcasinò Sport durante il format Q&A. Queste le risposte del centrocampista giallorosso:
La maglia giallorossa per te romano e romanista da sempre è una seconda pelle
“Sono emozioni difficili da descrivere. La sensazione è quasi sempre la stessa: sin da quando sei piccolo provi questa emozione e vesti questa maglia, acquisti consapevolezza quando cresci e ora che ne capisco l’importanza è ancora più emozionante”.
Parlaci un po’ dei tuoi primi passi, fino a quel provino con Conti
“Sono cresciuto nella Boreale, mi sono trovato bene. Ambiente tranquillo e persone educate, Bruno Conti poi quando sono arrivato qui guardava il mio provino, me lo ricordo benissimo, un solo provino ma entusiasmante”.
Oggi sei una mezzala, è sempre stato questo il tuo ruolo?
“Nelle giovanili ho fatto tutti i ruoli del centrocampo, cerco di dare più opzioni possibili agli allenatori, mi piace fare la mezzala perché hai possibilità di buttarti e fare gol. Mi ci vedo molto”.
Per essere un centrocampista moderno, box-to-box, è più importante tecnica o fisico?
“Il calcio si appresta a diventare più fisico, se non vai ad una certa velocità è difficile giocare certe partite, la componente tecnica però resta importante. Sono importanti entrambe le cose”.
Come hai conquistato Mourinho?
“Me lo chiedo anche io qualche volta (ride, ndr). È fare quello che l’allenatore ti chiede, e non è mai banale. Alla fine credo he un rapporto tra allenatore e giocatore si basa sulla fiducia, se si fida di te hai un bel rapporto. Credo sia la componente che mi permette di fare cosa mi chiede”.
Il numero che sogni e quello che non sceglieresti
“Nel settore giovanile il numero 8, mi piacerebbe vestirlo, così come mi piacerebbe il 5. Quella che non vestirei mai? Il 10, lo considero quasi sacro, non è una questione di pressione, non mi permetterei”.
Quale caratteristica ti accomuna a De Rossi e cosa vorresti rubargli?
“Per me è sempre stato un esempio. Abbiamo una grinta e una cattiveria in campo che ci accomuna ma ho tantissime cose da imparare da lui e continuerò cercare di migliorare. Mi piaceva tantissimo”.
Il consiglio più importante della tua carriera e chi te l’ha dato?
“Molti, da allenatori diversi. Il più grande è che fare le cose semplici è la cosa più difficile. Ma non vorrei rivelare il nome”.
Cosa ti riesce meglio in campo?
“Devo affinar tante cose, la cosa che devo migliorare di più è guardare la giocata prima di farla”.
Come ti avvicini a una partita importante?
“Non ho un rito particolare. Un po’ come capita, da solo o in compagnia. A volte ti prendi il tuo tempo, altre volte condividi l’attesa perchè sai che si gioca insieme e si vince e prde insieme”.
Il giocatore più difficile da affrontare?
“Tonali con il Milan. Mi ha messo un po’ in difficoltà, Ma è stata una bella partita.”
Rodri, Gundogan, Feraneds, con chi scambi la maglia?
“Gundogan, fa sembrare tutto semplice.”
Il compagno di squadra più elegante?
“Una bella lotta. Forse Dybala, Kristensen e Cristante. Sono impeccabili anche quando fanno la spesa”.
Il posto più suggestivo di Roma by night
“Trastevere mi piace molto di notte, ci sono anche molto legato”.
Che musica ascolti prima della gara
“Maneskin, prima delle partite i Coldplay. Ultimamente mettiamo la musica tutti insieme però. Tendo a non isolarmi con le cuffie”.
Ti invitano ad una cena dove non vuoi andare, come te la cavi?
“Usavo la scusa che dovevo andare dalla nonna, da quando gliel’ho detto mi sento in colpa (ndr). Alla fine uso la mia famiglia, perchè se devi andare a trovare i parenti penso nessuno si infastidisca”.
La maglia Azzurra, cosa si prova ad indossarla?
“Tanto orgoglio. Lo senti di rappresentare un popolo, che ti fa sentire il suo calore. Abbiamo un grande attaccamento alla maglia e al calcio come nazione. Ed è un onore vestirla”.