Ciao Carle’
DIVAGAZIONI ROMANISTE di Franco Bovaio – La notizia della scomparsa di Carlo Mazzone mi infligge un colpo al cuore. Perché lo conoscevo bene, anche se era un po’ che non ci sentivamo. Ogni telefonata con lui era uno spasso. “Te ricordi quel derby … aho, ce davano tutti pe’ sconfitti, invece …”. Già, invece e che gioia che provasti e che tutti noi provammo con te. Perché te la meritavi quella vittoria Carle’, vecchio interprete di un calcio che non c’è più e che, forse, ti ha apprezzato poco per quel gran tecnico che eri.
“Mi dicevano difensivista. Ma se la mia Roma giocava con due punte più Giannini, Cappioli e Moriero, con Carboni che attaccava sulla fascia più che difendere, mi dici te che difensivista ero?” Mi ripeteva. Già, come darti torto?
Per ricostruire la Roma il presidente Sensi si affidò a te, perché fra romani vi capivate meglio. E tu assumerti l’incarico con orgoglio “anche svela che la palestra di Trigoria, con quelli prima, era diventata il deposito delle mele” mi dicevi. Fu in quei giorni che ci conoscemmo ed entrammo subito in confidenza, come spesso accade tra noi romani.
Mi raccontasti della tua Trastevere e di quella zia che ancora non eri tornato a trovare nelle tue passeggiate notturne che partivano e finivano all’hotel Cicerone, dove alloggiavi. E mi parlavi della tua Ascoli e delle vacanze al mare a San Benedetto del Tronto, invitandomi sempre a venire a mangiare le olive ascolane o una bella frittura di pesce, specificando, come se ce ne fosse bisogno: “Aho, sei ospite mio, mi raccomando”. Io, pigro come tutti i romani, non sono mai venuto e ora so che quelle olive e quelle fritture me le dovrò mangiare da solo.
Ma il rammarico più grande non è certo quello, bensì il fatto che non potrò più fare quelle belle telefonate che ultimamente non ti facevo più per non disturbarti e ascoltare, così, i tuoi ricordi del bel calcio che fu. Ciao Carle’, sei stato un grande e ti ho voluto molto bene.