Belotti come Musiello?
DIVAGAZIONI ROMANISTE Di Franco BOVAIO – Questa rubrica che paragona calciatori della Roma di oggi con quelli del passato piace così tanto che un amico lettore, mio coetaneo, mi ha chiesto: “Ma secondo te Belotti non ricorda Musiello?”.
“Un po’ si” gli ho risposto, perché Giuliano Musiello, come Belotti, era un centravanti “generoso”, di quelli che si spendono anima e corpo su ogni pallone cercando di sopperire col fisico e la tenacia alle lacune tecniche. La Roma lo aveva preso dall’Avellino nell’estate del ’76 perché in Irpinia aveva vinto la classifica dei marcatori della Serie B 1975-76 insieme ad un certo Roberto Pruzzo, che tra i due era quello da prendere. Diciotto reti a testa, ma Musiello con un rigore e Pruzzo con tre. E meno male che il presidente Anzalone prese Pruzzo due anni dopo, perché Musiello nelle sue due stagioni in giallorosso fallì, segnando appena 10 gol in 54 partite. Eppure a Roma era arrivato tra squilli di trombe e rulli di tamburi, anche se con il difficile compito di sostituire un campione vero come Pierino Prati.
Pure Belotti, un anno fa, è arrivato con grande entusiasmo (suo e dei tifosi), ma poi non ha segnato mai in campionato e solo nelle coppe. Le sue prestazioni sono state sempre molto generose, ma poco redditizie, a dire il vero anche per un po’ di sfortuna, che nelle ultime partite si è materializzata nelle grandi parate dei portieri della Fiorentina e del Siviglia che gli hanno negato il gol. Soprattutto quella di quest’ultimo, nella finale di Budapest, è stata miracolosa e se non l’avesse fatta staremmo ancora a celebrare Belotti come l’uomo della vittoria in Europa League.
Visto che anche a Musiello, ai suoi tempi, fu concessa una seconda stagione (la 1977-78 dopo la prima, 1976-77) pensiamo che pure Belotti meriti una seconda opportunità. Perché, come il suo predecessore, in campo di impegno ce ne mette sempre tanto. Anzi, il massimo che può metterci. Sperando che per lui la storia vada al contrario di come andò quella di Musiello, che fece meglio nella sua prima stagione alla Roma (in cui segnò 7 reti) che nelle seconda (in cui ne fece appena 3).
Perché se anche Belotti non sarà il centravanti titolare della Roma 2023-24, averne uno di riserva capace di garantire almeno una decina di gol è fondamentale per ambire alle prime quattro posizioni della classifica. Che quest’anno sono state fallite soprattutto per l’evanescenza dei due attaccanti.
Motivo per il quale, accanto al confermato “Musiello degli anni 2000”, secondo me sarebbe opportuno mettere un centravanti titolare in grado di segnare almeno 25 gol stagionali e un altro che vada a formare un bel trio di punte. Perché due sono troppo poche per un ruolo così delicato.
Come ha dimostrato la stagione che abbiamo alle spalle.