RASSEGNA STAMPATOP

Mourinho atto terzo

(IL TEMPO) Ancora un anno insieme. Sciolto ogni dubbio, dissolte le nubi che nelle ultime settimane si erano palesate attorno al futuro del portoghese in giallorosso. José Mourinho resta alla Roma fino al termine del proprio contratto, ovvero per un’altra stagione almeno. Poi si vedrà. Era stato chiaro dopo la finale di Budapest: «Voglio restare, ma io e i miei giocatori vogliamo di più. Penso che è arrivato il momento di confrontarsi con la proprietà».

Un confronto vero e proprio non c’è stato, o meglio, non a livello mediatico. Niente cene al ristorante o macchine sotto le sedi o le abitazioni dei presidenti. Dan Friedkin sabato era a Trigoria, ma già nelle ore precedenti segnali di avvicinamento tra tecnico e proprietà si erano riscontrati. Niente da ufficializzare, chiaro: il portoghese ha ancora dodici mesi di contratto e fare annunci su una permanenza non rientra nella logica gestionale dei Friedkin.

Già domenica nel saluto all’Olimpico Mourinho aveva fatto intendere con gesti inequivocabili che non si sarebbe mosso dalla Capitale, segnali arrivati dopo il cerchio post partita a Budapest, dove già ai calciatori aveva assicurato la permanenza. Ora José può partire sereno per le vacanze, con un futuro ancora giallorosso e la voglia di prendersi alcune rivincite assieme al gruppo che quest’anno ha sfiorato un altro trofeo europeo. Un messaggio chiaro quello lanciato dai Friekdin: il grido di aiuto di Mourinho, reso pubblico pochi giorni fa, aveva messo pressione alla proprietà, che evidentemente delle aperture su un cambiamento di abitudini deve averle date. Altrimenti apparirebbe complicato immaginare un terzo anno di Mourinho sulla panchina della Roma. Che sia una figura di spicco in società, un cambio di rotta sul mercato o, addirittura, un passo indietro con Pinto (che oggi non sembra essere nelle idee della proprietà), ma ci si aspetta che accada qualcosa di concreto che conferisca significato a questo matrimonio più che prolungato, rispettato nella sua durata.

Di rinnovo, infatti, non si è parlato. E tra un anno, chissà con quali prospettive e in quali condizioni morali, probabilmente si tornerà a discutere del futuro di Mourinho, ma ora è importante pianificare insieme la prossima stagione mantenendo il focus su problemi, limiti e immaginando insieme soluzioni condivise. La sensazione forte è che dopo due campagne europee di grande spessore, sia arrivato il momento di concentrare le forze su un campionato che da qualche anno è ormai senza padroni. Nessuna scelta preventiva, è chiaro, non è nello stile di Mourinho abbandonare una competizione per privilegiarne un’altra, almeno fino a quando è possibile. Ma anche immaginare una terza finale europea consecutiva è complicato, perciò con un altro spirito si può provare ad affondare il colpo in Serie A, e raggiungere finalmente la tanto auspicata Champions League, e tutto quello che verrà in più, sarà più che ben accetto. Avanti con Mou, allora, con la consapevolezza di poter contare su uno dei migliori allenatori della storia del calcio, e questo può bastare.