Roma contro il Siviglia a caccia della storia. Dybala recuperato
(LEGGO) La storia non ha nascondigli, canta De Gregori. E la Roma di Mourinho lo sa bene. Stasera (ore 21) tutta Europa la guarderà affrontare il Siviglia per conquistare un pezzo di quel libro di storia che rischierà col tempo di diventare leggenda. Perché quello che legherà i 25mila della Puskas Arena di Budapest (oltre la metà erano già ieri in Ungheria) ai 55mila dell’Olimpico ha un qualcosa di tribale, di intenso, di epico. Perché Mourinho potrebbe scrivere uno dei capitoli più importanti non solo del grande libro della Roma, ma di tutto il calcio italiano. Nessuna squadra ha mai alzato l’Europa League, nessun club negli ultimi 25 anni ha vinto due finali di fila, nessuno nel mondo ha sconfitto il Siviglia a questo punto della competizione. Da una parte la regina di Europa League, dall’altro il re di coppe (tutte).
L’aria che si respirava ieri a Trigoria e in queste ore a Budapest sembra la migliore per preparare una finale: volti tesi ma sereni, poche parole ma ben misurate. E soprattutto il ritorno di Dybala che potrebbe partire titolare («Ha trenta minutini», ha riso Mou) garantendo poi la possibilità di cambi in corsa come Wijnaldum e El Shaarawy. Pronto dal 1′ anche Spinazzola mentre in difesa Ibanez è in leggero vantaggio su Llorente. L’alternativa (con la Joya in panca) è schierare Bove per infoltire il centrocampo. Tutti uniti, tutti consapevoli che non ci sarà appello. Da stasera passa un posto nell’Olimpo ma pure il futuro senza Champions. Da stasera può definirsi il destino di Mourinho che ieri ha rassicurato un po’ la piazza: «Il Siviglia pensa di essere favorito, rispetto questa opinione ma non gioca la storia stasera. Loro hanno 25 giocatori di alto livello, ma forse non conoscono il valore dei miei ragazzi che hanno giocato 30 partite europee e non sono angioletti. Ci siamo meritati questa finale anche se non abbiamo avuto tanto tempo per lavorare. Se lascerò dopo la finale? Chiedetelo a Mendilibar che non ha contratto, io ce l’ho. Pellegrini e Mancini sanno quello che penso, gliel’ho detto. È diversa la situazione rispetto a quella con l’Inter, ho zero contatti con altri club. Ora però conta solo la finale».