STORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

ROMA-SAMPDORIA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Era imperativo ritrovare i tre punti, superando l’insidia dei tanti assenti e dell’avversario che non aveva praticamente nulla da perdere.

Difesa a 4, per esigenza: non so se, contro avversari più dotati, si possa riproporre con Zalewski e Spinazzola terzini.

Comunque, va: con Augello quasi sempre libero di crossare, mentre il numero 59 giallorosso francobolla il fastidioso Djuricic.

La Roma spinge: prova scambi e tiri dalla distanza; cerca di sfruttare la consueta abilità sugli angoli, con Ravaglia che si salva di bravura su Llorente, altrettanto sul destro di Zalewski, di fortuna sul palo di Wijnaldum.

Si era già notato nel primo tempo con la Real Sociedad e pure nel derby: Llorente si dimostra affidabile – ieri comunque avversario offensivamente poco probante – e con quella qualità tecnica che manca agli altri difensori della Roma.

L’unica giocata buona di Abraham – quella che porta al secondo giallo di Murillo – inizia con un passaggio in verticale di Llorente per Dybala.

Pellegrini prosegue nel suo trend non positivo di questa stagione ma, per me, meno sottotono di altre occasioni e anche con qualche spunto. La scelta, però, di calciare molto defilato dopo la respinta di Ravaglia – con due compagni liberi pronti a far goal – andava diversamente ponderata.

Matić non è certo una novità ma è sempre un piacere per gli occhi: posizione, impostazione, freddezza e efficacia nelle scelte. Calciatore superiore.

Come il Wijnaldum che Mourinho ha voluto a Roma: ieri si è visto un assaggio completo del suo valore, per chi non lo conoscesse.

Insieme al goal che sblocca la gara, sono molto importanti i tempi con cui anticipa gli avversari sul palo e sul rigore: segno di condizione fisica in crescita.

Resta il tema tattico: è una mezzala di inserimento. Ma, per l’allenatore (gli allenatori viene da dire, pensando anche ai precedenti) Cristante e Pellegrini non si toccano. Col passaggio a 4 in difesa, si potrebbe trovare una quadra che metta tutti a proprio agio: mancano solo i terzini per poterlo fare.

Dybala ritrova il goal dopo il viaggio in Argentina: nella sua partita mette anche i recuperi difensivi e la possibilità fisica di chiudere la gara, riuscendo così a calciare il rigore del 2-0.

L’avrebbe meritata a prescindere ma il goal porta a una nota speciale per El Shaarawy. Dopo il 90’, prima fa uno scatto in difesa per evitare un fallo laterale; poi va a sfruttare di classe l’assist di un positivo Solbakken. Dodicesimo uomo di lusso.

Tre punti, risultato tondo: sfruttato il passo falso dell’ Inter; grande dispiacere per quello mancato del Milan corsaro. Davanti, però, c’è ancora salita per sferrare gli attacchi.