ROMA-REAL SOCIEDAD. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI
Pomeriggi d’autore, che sconfinano in serate di passione. I soliti sessantamila e oltre a fare da garanti di un legame indissolubile, con un collante che si chiama Mourinho.
È un po’ anche un avviso ai naviganti, se ci pensiamo bene, perché questo signore dovrebbe avere in mano qualche timone in più, per avere il tempo che occorre alla vera grandezza, al netto delle economie. Tutto ciò che abbiamo appena scritto, lo abbiamo scritto prima del fischio d’inizio del Signor Scharer.
Formazione ad hoc, con un focus particolare su Diego Llorente, che attraverso l’avversario sente aria di casa e si gioca una chance non da poco, che potrebbe fargli compiere il sorpasso su Kumbulla.
Dei baschi tutto si sa, a cominciare dallo strategico Merino, una specie di Pizarro con dimensioni da granatiere.
Tosti ma macchinosi i baschi, a parte il giapponese Kubo che sguscia da ogni dove ma che finisce spesso nella morsa Llorente – El Shaarawy, proprio perché servito con prevedibilità. Roma concentrata e molto compatta, efficacissima con Dybala che parte dai quaranta metri e accelera; così nasce il vantaggio, quando l’argentino consegna palla a Tammy Abraham che sul lato destro dell’area disorienta Rico e serve l’assist a rientrare dalla linea di fondo per El Shaarawy che si precipita verso il palo più lontano. Gol pesantissimo, il cui merito è per gran parte del centravanti inglese. In cattedra Matic, diligente Llorente, infaticabile El Shaarawy gol a parte, molto concentrato Karsdorp.
Ripresa a ritmi ancora più compassati e anche per questo allo scoccare dell’ora di gioco Mourinho cala nel mazzo Belotti, Wijnaldum e Spinazzola. Incrocio dei pali colpito dal Gallo, Real Sociedad con un po’ di licenza di picchiare, Roma che a un certo punto sembra considerare la gestione dell’uno a zero con un Dybala affaticato. Invece proprio dal piede del 21 arriva il corner teleguidato sulla testa di Kumbulla per un raddoppio che pesa come ghisa in vista della trasferta dell’Anoeta.
Considerazioni a margine: il Salisburgo sarebbe dovuto essere un avversario proibitivo e all’Olimpico non è mai stato pericoloso; la Real Sociedad era considerata molto pericolosa e va via con un doppio svantaggio. Ma, tante volte, fosse brava la Roma?