ROMA-JUVENTUS. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI
La serata era già stata segnata da tempo con una crocetta ben calcata sul calendario; il risultato increibilmente maturato a Vtemona Cremona l’ha resa anche dirimente, oltre che importante. Il tutto al netto di ciò che potrà accadere con le penalizzazioni della Juventus.
Ci si è arrivati con Mourinho ancora non squalificato e, per onor di giustizia, con Serra che verosimilmente dovrebbe pagare il suo atteggiamento strafottente. Ma questo si vedrà; nel frattempo, con attorno la consueta cornice di pubblico che ormai prescinde dal nome dell’avversario e dalla posta in palio, abbiamo visto.
Niente Abraham e Wijnaldum quasi mezzala, con Dybala falso nove. Non c’è Karsdorp a destra ma è confermato Zalewski.
In una serata dalla cornice come al solito importante, che diventa grandiosa al momento della scenografia, va in scena un primo tempo che la Juventus chiude con maggiore efficacia e fluidità di palleggio, mentre la Roma non riesce a far partire Dybala tra le linee con un Pellegrini che si abbassa spesso e Wijnaldum che è ancora un po’ pesce fuor d’acqua, soprattutto quando corre a vuoto appresso al fraseggio di Locatelli e compagni.
Corsa d’altri tempi sotto la Sud dopo una conclusione tesa e precisissima, di rara potenza: Gianluca Mancini svernicia lo zero a zero dal tabellone in un momento che stava diventando difficile per la Roma, in apertura di ripresa. Lì comincia un’altra partita, con i bianconeri inizialmente tramortiti e l’ingresso di Chiesa chiamato da Allegri ad aggredire gli spazi.
Alla fine, con una ripresa più brutta e scorbutica rispetto al primo tempo, Mourinho e i suoi compiono il delitto perfetto, passando da una formazione attendista a una addirittura utilitaristica a protezione di un uno a zero che è il risultato più pesante della stagione, fino a questo momento.