La nostra storia fatta di montagne russe. Ma domenica c’è la Juve
(LA REPUBBLICA, Torri) Stupisce chi si stupisce. Dalla vincente notte europea contro il Salisburgo, all’amara sconfitta sul campo di una Cremonese che in questa stagione è stata capace di vincere soltanto contro la Roma, prima Coppa Italia, poi in campionato. Insomma, c’è pure la recidiva. Tutto in cinque giorni, in una sorta di bipolarismo calcistico che può sorprendere solo chi ha poca confidenza con la storia della Roma.
È sempre stato così. Dalla fondazione ai giorni nostri. Altrimenti la Roma dell’ingegner Viola, Liedholm e capitan Di Bartolomei avrebbe vinto molto di più di quello che vinse (complice pure qualche orrore arbitrale di cui ancora si parla). Così come quella di inizio del terzo millennio in grado di non bissare lo scudetto andando a pareggiare sul campo delle ultime sette in classifica.
Non dimenticando la Roma di Eriksson che, sempre negli anni Ottanta, buttò via un titolo perdendo in un Olimpico che già festeggiava (forse sta qui il problema?) contro un Lecce già retrocesso. (…)