Zaniolo imperdonabile, la Roma anche: impresa Cremonese
(LA REPUBBLICA) Se a fine stagione José Mourinho dovesse alzarsi da tavola con la pancia vuota, senza coppe, senza il brivido di una finale, quasi certamente il pensiero gli ritornerò alla sera del primo febbraio. A quei fischi piovuti sulla sua Roma. A quando ha deciso di regalare 50 minuti alla Cremonese spalancandole la strada per la semifinale di Coppa Italia contro la Fiorentina.
E sbarrandosi la porta d’accesso alla trentaduesima finale della sua vita. La Cremonese, che in campionato non ha mai vinto, si prende il lusso di far fuori dopo il Napoli pure la sua Roma: 2-1 all’Olimpico, capace di ignorare per 90 minuti Zaniolo, i suoi capricci, la sua lettera senza la parola più attesa: “scusa”. Solo oggi si capirà se la Roma lo perdonerà iscrivendolo in lista Uefa o se, nei fatti, la sua stagione, deve ritenersi conclusa in vista dell’addio.
La Roma deve maledire se stessa: prima Kumbulla ha srotolato sui piedi di Desses un’autostrada. Poi Rui Patricio lo ha mandato sul dischetto. E a inizio ripresa Celik ha completato il capolavoro deviando in porta un tiretto di Pickel. Una galleria degli orrori.
Non è bastato stavolta l’ingresso d’urgenza di Dybala. Non sono serviti quattro cambi all’intervallo e il quinto dieci minuti dopo: somigliavano piuttosto ad un’autodenuncia dell’allenatore. Se la squadra non ha capito l’importanza, la serietà verrebbe da dire, dell’impegno, è anche perché il messaggio era chiaro: bastano i ragazzini. E invece.