DIVAGAZIONI ROMANISTECOPPE EUROPEETOP

Sconfitta per 1-0 all’andata e qualificazione al ritorno? Già fatto. Ma non sempre…

di Franco BOVAIO – La sconfitta per 1-0 nel match di andata in trasferta nelle coppe europee sembra sempre rimediabile in casa. Sembra, però. Non è. E la differenza tra i due verbi è fondamentale per andare avanti o essere eliminati. La Roma lo sa bene, perché nelle coppe ha una storia lunga, nella quale si è già trovata in questa situazione e farà bene a dare un’occhiata ai precedenti della sua storia per capire come giocare. Rifacendosi, magari, al più famoso di questi. Quel Roma-Colonia dell’8 dicembre 1982 in cui la Sud espose lo striscione “… non passa lo straniero” che alla fine fu davvero di buon auspicio. Perché all’andata in Germania la Roma aveva perso 1-0 e nel ritorno casalingo vinse 2-0 grazie alle reti di Iorio e Falcao, con quest’ultimo che segnò ad una manciata di minuti dalla fine. Come diceva Liedholm, infatti, c’è tutta la partita per ribaltare l’1-0, dunque non bisogna mai farsi prendere dall’ansia correndo il rischio di scoprirsi in difesa, perché subire un gol in casa può essere fatale. Perciò, meglio giocare con la testa, provare a fare l’1-0 già nel primo tempo senza sbilanciarsi andando all’attacco col coltello tra i denti e poi cercare di raddoppiare nei minuti che restano dopo aver fatto il primo gol. Con il Colonia andò così e lo straniero non passò.

Così era andata anche nei sedicesimi della Coppa Uefa 1975-76 contro gli svedesi dell’Oester Vaxjoe, vittoriosi in Svezia con una rete di Evesson il 22 ottobre 1975 e sconfitti 2-0 nel ritorno all’Olimpico del 5 novembre grazie ai gol di Stefano Pellegrini al 5’ del primo tempo e Loris Boni al 4’ del secondo. E Roma qualificata. Così è andata anche nella Coppa UEFA 2003-04, contro la squadra di una delle città distrutte dal terribile terremoto che ha colpito Turchia e Siria: il Gaziantepspor. Nella gara di andata giocata al “Kamil Ocak” di Gaziantep il 26 febbraio 2004 Yusuf superò Zotti fissando l’1-0 per i turchi, ma nel ritorno all’Olimpico del 3 marzo Emerson e Cassano firmarono il 2-0 per la Roma e il suo passaggio del turno.

Anche l’anno scorso i giallorossi si sono trovati a ribaltare la sconfitta di misura subita all’andata in trasferta, ma stavolta per 2-1. Ci riferiamo a quella del 7 aprile a Bodo. Nel ritorno all’Olimpico vinsero 4-0 e si lanciarono verso la conquista del trofeo.

Non sempre, però, la rimonta è riuscita. Pensiamo alla stessa Coppa Uefa 1975-76 succitata. Dopo averla fatta contro l’Oester Vaxjoe, la Roma la fallì contro il Bruges, che dopo aver vinto in Belgio 1-0 il 26 novembre 1975 fece lo stesso anche nel ritorno a Roma il 10 dicembre. E pensiamo al doppio confronto con gli inglesi del Middlesbrough nella Coppa Uefa 2005-06: sconfitta per 1-0 all’andata sul loro campo e vittoria per 2-1 all’Olimpico al ritorno, ma Middlesbrough  qualificato in virtù del gol segnato in trasferta. Male andò anche contro l’Arsenal, che negli ottavi della Champions 2008-09 vinse 1-0 a Londra con un rigore di Van Persie per perdere 1-0 all’Olimpico al ritorno (rete di Juan ma qualificarsi ai rigori in virtù degli errori decisivi di Vucinic (parata di Almunia) e Tonetto (alto).

La peggiore di tutte le eliminazioni subite dopo aver perso 1-0 all’andata in trasferta, però, resta quella nei preliminari di Europa League 2011-12 contro lo Slovan Bratislava, che nel ritorno all’Olimpico inchiodò la Roma di Luis Enrique sull’1-1 costringendola a salutare le coppe europee già il 25 agosto.

Dunque, giovedì sera, attenzione e testa, perché la storia ci insegna che solo giocando così si può ribaltare la sconfitta di misura subita all’andata.