SALISBURGO-ROMA. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI
Nelle orecchie l’eco delle parole di José Mourinho di ieri, alle quali si sono concatenate quelle di Dybala. Sorpresi dai contenuti? No, certo. Forse non ce li aspettavamo alla vigilia di una partita molto importante in questa fase di stagione. Diciamo una cosa: ai Friedkin che gestiscono le cose con il loro tempo e il loro silenzio, corrisponde l’esigenza di Mourinho di anticiparli addirittura, i tempi. È tempo di sapere, in ogni caso, anche se poi il discorso passa anche attraverso il piazzamento finale della Roma.
Poi la partita inizia e la Roma è quella annunciata. Inizio sofferente, visto il ritmo degli austriaci che menano le danze per venti minuti buoni ma che si rivelano imprecisi nelle conclusioni. A quel punto la Roma si riassesta e si riprende il presidio della linea mediana, iniziando a tagliare le linee di passaggio in verticale che sono le fonti della produzione offensiva dei padroni di casa. Matic e compagni avviano anche una certa produzione offensiva che alla fine della prima frazione di gioco risulta più pericolosa di quella austriaca; peccato che ad Abraham manchi in due occasioni l’istinto del killer. Bravo però nel costruirsi l’occasione di piede, quella di testa gliela offre dal settore mancino un infaticabile El Shaarawy.
Secondo tempo senza Dybala, con Celik a destra ed El Shaarawy nel mezzo.
Con Belotti e Wijnaldum nel finale la Roma le occasioni le avrebbe anche, ma prima è egoista Zalewski nel cercare il coast ti coast, poi rocambolesca la traversa di Belotti stesso, con partecipazione scomposta del portiere Kohn. Invece arriva il gol del Salisburgo, quasi allo scadere, con Pavlovic, con un concorso di colpa difensivo che grida vendetta.
Al di là del gol, più fortunoso che meritato, un rimprovero alla Roma va mosso: gli uomini di Mourinho si sono “seduti” un po’ troppo presto, ora al ritorno si partirà da una situazione di svantaggio. Roma che non meritava di perdere, ma che alla fine non ha fatto abbastanza per vincere. Servirà l’Olimpico migliore tra sette giorni.