PAGELLARIO di Franco BovaioCAMPIONATOTOP

ROMA-VERONA 1-0. Il “Pagellario” di Franco Bovaio

È stata una partita dura, combattuta, a tratti quasi una corrida, tanto che è stata una delle partite con più falli del campionato: 34. Ma la Roma non si è tirata indietro, ci ha messo i piedi, le gambe, il cuore, i polmoni e l’ha vinta. Perché doveva vincerla, a tutti i costi. E senza i tre giocatori importanti come Pellegrini, Dybala e Abraham (sv), uscito dopo un quarto d’ora e splendidamente sostituito da Belotti (7), che con la sua grinta e la sua determinazione ha trascinato i compagni, si è caricato sulle spalle quasi tutto il gioco offensivo, le ha prese e le ha date. Una grande prestazione per un gran centravanti, di quelli che ci piacciono da morire perché non sono mosci, ma combattivi e lottatori. E solo una grandissima parata di Montipò gli ha negato il gol, che avrebbe strameritato.

È sfortunato Belotti, ma la rete arriverà e da stasera crediamo che anche Mourinho ha capito che può contare su di lui al cento per cento. Come può contare su Solbakken (7), l’autore del gol-partita. Un altro che ha dato nerbo e fisico all’attacco romanista e che ha giocato una gran partita, come Cristante (7), dominatore del centrocampo. Molto bene anche El Shaarawy (6,5), nel suo ruolo vero, quello di trequartista e benissimo il trio di difesa Mancini-Smalling-Ibanez (7 a tutti), a tratti insuperabile.

Ci sono piaciuti molto anche il rientrante Karsdorp (6,5) e il ragazzino Bove (6,5), che ha perso qualche pallone di troppo, ma che in mezzo al campo ha dato l’anima. Ma quello che ci è piaciuto più di tutti è stato Spinazzola (8), che è tornato lui, quello vero, con tanto di assist di tacco a Solbakken in occasione del gol. Sufficiente il quasi inoperoso Rui Patricio (6), così come Celik e Zalewski, entrati nel secondo tempo. Quanto a Mourinho (7) ci ripeteremo, ma è lui il segreto di una Roma che è diventata solidissima in difesa e alla quale ha dato uno spirito, un senso di appartenenza, una voglia di vincere che prima non aveva.