STORIA DI IERI di Diego AngelinoCAMPIONATOTOP

ROMA-EMPOLI. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

Tre punti indispensabili, dopo un mercoledì di profonda delusione.  +8 sulla scorsa stagione; 4 sconfitte in meno rispetto a un anno fa; ultime tre vittorie in casa senza subire reti; secondo posto in classifica, in attesa di Inter-Milan. 

Il 2023, fatto salvo l’harakiri con la Cremonese, sta offrendo indicazioni positive a un Mourinho in vena di lanciare messaggi (“Potevo andare via a dicembre”) che la proprietà farebbe bene ad approfondire il prima possibile. 

Anomala la scelta di iniziare la gara attaccando sotto la Sud: chissà se scaramantica dopo mercoledì, o un’indicazione proprio di Mourinho, per sfruttare da subito il calore della curva.

Comunque, in 6′, Dybala pennella due palloni in testa a Ibanez e Abraham che in un ottimo, personale inizio di 2023, ritrova il goal all’Olimpico dopo una vita.

Contusione alla schiena per Dybala, stadio col fiato sospeso: la gestione dell’argentino è sempre particolare e fortifica le decisioni prese dall’allenatore appena tre giorni fa in Coppa Italia. 

Se El Shaarawy, stavolta, è meno incisivo e preciso dell’ultimo periodo, va molto bene invece Zalewski, ancora a destra,  pur gravato da un giallo evitabile. Ricordiamo, sempre, che entrambi sono degli adattati, perché in due anni gli acquisti sulle fasce sono stati a dir poco rivedibili, o del tutto assenti. 

Dei difensori, Ibanez gode giustamente del bonus per il goal ma è probabilmente Mancini il migliore: un’ottima chiusura su Caputo evita forse una brutta figura a Rui Patricio, non uscito di certo bene nell’intenzione di fermare l’attaccante avversario.

Cristante ci mette la solita, di rado apprezzata, quantità: meriterebbe che Dybala segnasse su un suo ottimo filtrante di sinistro, non sfruttato al meglio dal numero 21 romanista.

Matic, tolto un rischioso passaggio orizzontale non lontanissimo dalla propria area, è la consueta garanzia di fosforo; indispensabile in questa squadra uno come lui, che come prima idea ha quella di verticalizzare o, comunque, di giocare in avanti il pallone. 

Pellegrini si allena giocando e si vede: ha la serenità per non dar peso ai fischi alla sua uscita consapevole, inoltre, che non è il primo capitano – né sarà l’ultimo – a subire la più classica delle contestazioni sonore.