SPEZIA-ROMA. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI
In un momento fondamentale della stagione, per una partita di conseguenza fondamentale (con o senza penalizzazione della Juventus), la Roma è arrivata a questo fischio d’inizio senza che il dibattito cittadino abbia perlomeno sfiorato l’argomento Spezia – Roma, causa il battage giornalistico sui mal di pancia (reali e metaforici) di Nicolò Zaniolo. Una storia nella quale al momento perdono tutti, ma alla fine della quale la Roma non dovrà né potrà trovarsi nelle condizioni di averci eventualmente rimesso.
In un primo tempo poco spettacolare ma in crescendo di intensità della pressione romanista, echeggiano le parole durissime di Tiago Pinto su – di nuovo tu – Zaniolo. Avrebbe potuto, il DG, scegliere la via di una morbida diplomazia, invece usa il piccone. Vediamo se nella finestra di mercato invernale il club riuscirà a non rimetterci, o a rimetterci il meno possibile su questa questione.
Nel frattempo, contro uno Spezia animoso e con una direzione di gara quantomeno svagata da parte di Sozza, a cominciare dalla fascia sinistra, dove gli strappi di Zalewski si fanno sentire, la Roma in chiusura di tempo firma il vantaggio con El Shaarawy, dopo averlo costruito con Dybala. Tanta, tanta collaborazione oggi, dalla trequarti in su, fra gli attaccanti. È un caso?
Gol meraviglioso di Abraham in apertura di ripresa. Meraviglioso. Una percussione per vie centrali, con due tunnel in sequenza, alla Mario Kempes. Ancora una volta, nasce tutto da un’intuizione di Dybala, che intercetta di testa un lancio avversario in diagonale.
La partita prosegue sulla china che alla Roma conviene, a maggior ragione dopo l’inserimento di Bove. Controllo, dominio, supremazia tecnica contro un avversario che resta vivo agonisticamente.
Siccome non di solo Zaniolo vive l’uomo, concludiamo con una sollecitazione per la società: il contratto di Smalling va rinnovato stanotte, se possibile. Facendo anche l’impossibile.