ROMA-FIORENTINA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Una Roma convincente batte un avversario sempre scorbutico, giocando col peso dell’obbligo di vincere per non allontanarsi dalle avversarie.
Bove dal 1’ per proseguire sulla buona scia di giovedì; Kumbulla cambio obbligato di Ibañez: se la cava più che bene.
Zalewski fa impazzire Dodo: due gialli che nemmeno il pessimo Giua può evitare di sventolare.
In 10 la Fiorentina; in quasi 10 la Roma, visto che capitan Pellegrini ha stretto i denti ma non sta bene per nulla bene e lascia, infatti, tutti i piazzati a Dybala. Applausi, giusti, di Mourinho per la disponibilità – consueta – del 7.
Bene il lato destro giallorosso: Celik più propositivo ed efficace del solito; Mancini concentrato e puntuale in tutti gli interventi.
Lì davanti, si vede subito che Abraham sta proseguendo nel suo ottimo inizio di 2023: difende palla, prova la giocata, fa capire di essere in fiducia. Assist di petto e ci pensa al solito Dybala a far esplodere l’Olimpico.
Il pensiero all’intervallo è: riusciremo a fare il secondo per goderci, una volta tanto, un po’ di relax?
Anche perché Giua inventa l’ammonizione di Smalling e ne affibbia una, all’italiana, a Kumbulla, che dice solo a Gonzalez di alzarsi. Il rischio di ristabilire la parità numerica è dietro l’angolo.
Entra il Professor Matic – che passa tutta la partita, dalla panchina, a dispensare consigli ai compagni in campo – per aggiungere qualità.
Quella che porta alla rete del 2-0, frutto di un’azione corale che certifica il -4 dal secondo posto e ci fa ringraziare ancora Mourinho per aver voluto Dybala, quando altri temevano l’investimento.
“Più qualità e fiducia con la palla”, chiede il portoghese ai suoi: caratteristiche, viste le difficoltà sul mercato, che solo i calciatori attualmente in rosa potranno mettere a disposizione.